Sarà pronta entro il 2025 e servirà per IA, Quantum e supercalcolo. Telepress intervista la coordinatrice scientifica, Sandra Parlati
Una rete di calcolo che attraversi l’Italia da Sud a Nord e consenta una connessione ultraveloce (capacità della rete > 1 Terabit/secondo) fra i diversi centri di calcolo già operativi, compreso il supercomputer al Gran Sasso e il Leonardo del Cineca, a Bologna. È l’obiettivo del Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing messo in piedi dalla Fondazione ICSC, che conta 51 membri fondatori compreso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare cui appartiene la coordinatrice scientifica del progetto, Sandra Parlati. Telepress l’ha intervistata.
A che cosa serve questa rete di calcolo ultra potente?
La rete sarà operativa entro il 2025 e garantirà un’infrastruttura importante alle nuove generazioni di ricercatori italiani, cercando di diminuire i divari tecnologici fra le diverse zone del Paese. Ci saranno applicazioni in ogni settore del computing: dall’Intelligenza artificiale al quantum, passando per le previsioni meteo in tempo reale Nowcasting, con la possibilità di fornire contributi fondamentali alla medicina e alla mitigazione dei disastri naturali”.
Com’è stata finanziata la rete?
“Questo progetto si potrà realizzare grazie a un investimento totale di circa 320 milioni di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: un investimento importante, che permetterà di mettere in connessione università e ricerca con le imprese, così da promuovere e supportare l’innovazione. Realizzata e gestita dalla Fondazione Icsc, la nuova infrastruttura coinvolge 37 enti di ricerca e università e 14 aziende, la rete sarà operativa per almeno 10 anni, anche dopo la conclusione del Pnrr”.
di Daniela Faggion