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14 Ottobre 2024 | Attualità

L’Italia sui giornali del mondo

Ecco alcuni degli articoli più interessanti pubblicati negli ultimi giorni:

NOTIZIE

Molti giornali internazionali, tra cui Reuters e Al Jazeera, riportano i contenuti delle telefonata del primo ministro italiano Giorgia Meloni al primo ministro israeliano Netanyahu al quale ha detto di ritenere inaccettabile gli attacchi alle forze Unifil.

ARTICOLI 

Venerdì Reuters ha pubblicato un articolo sui rischi che corre Lufthansa in relazione all’espansione dell’aeroporto di Roma: L’acquisizione da parte di Lufthansa di una quota del 41% in ITA Airways, la compagnia aerea di bandiera italiana, per 325 milioni di euro, rappresenta una scommessa significativa sul mercato italiano del trasporto aereo. Tuttavia, il successo di questa operazione è strettamente legato ai piani di espansione dell’aeroporto di Roma-Fiumicino, il principale hub di ITA.

Attualmente, lo scalo romano opera vicino alla sua capacità massima e senza un ampliamento sostanziale difficilmente potrà competere con i principali aeroporti del nord Europa. Il progetto di espansione, che prevede la costruzione di una nuova pista e di un nuovo terminal entro il 2027, è quindi cruciale per le ambizioni di crescita di ITA e per i piani di Lufthansa di rafforzare i collegamenti intercontinentali da Roma e Milano.

Sebbene il governo italiano abbia approvato il progetto di ampliamento di Fiumicino nel 2021, l’iter autorizzativo non è ancora completato e si attendono possibili proteste degli ambientalisti. Ci sono dubbi sulla fattibilità di completare i lavori entro la scadenza del 2027. Ritardi significativi rischiano di compromettere la strategia di Lufthansa in Italia.

Anche l’aeroporto di Milano Linate, altro scalo chiave per ITA, soffre di forti limitazioni di capacità, con poche prospettive di espansione a causa della sua posizione in area urbana. Senza adeguati sviluppi infrastrutturali sia a Roma che a Milano, Lufthansa potrebbe trovarsi con le “mani legate” e vedere frustrate le sue ambizioni di trasformare l’Italia in un mercato strategico per il gruppo.

Sabato il giornale The Guardian è uscito con un articolo col titolo “Enrico Berlinguer: l’eroe comunista degli anni ’70 che ispira la gioventù italiana – e l’estrema destra”

“A 40 anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer, storico leader del Partito Comunista Italiano (PCI) negli anni ’70 e ’80, la sua figura sta conoscendo un rinnovato interesse in Italia, non solo tra le giovani generazioni di sinistra ma anche negli ambienti di destra.

Un nuovo film biografico dal titolo “Berlinguer – La Grande Ambizione”, che aprirà il Festival del Cinema di Roma la prossima settimana prima di essere distribuito a livello internazionale, ripercorre la vita e la carriera politica di Berlinguer. Il leader del PCI sfidò i dogmi della Guerra Fredda, scampò a un attentato in Bulgaria e portò il partito a un passo dal governo attraverso il “compromesso storico” con la Democrazia Cristiana di Aldo Moro. Berlinguer fu anche un convinto sostenitore dell'”Eurocomunismo”, una versione più liberale e anti-stalinista del marxismo che per un periodo si diffuse in tutto il continente.

Andrea Segre, il 48enne regista del film, ha descritto l’opera come “un viaggio attraverso un pezzo di storia che non ho vissuto e che ho imparato a comprendere”. Questa sete di conoscenza su Berlinguer ha spinto anche migliaia di giovani italiani a visitare le mostre a lui dedicate quest’anno a Roma e Bologna. “Francamente, non pensavamo che le mostre e tutte le altre iniziative che stiamo realizzando per i 40 anni dalla sua morte avrebbero attirato così tanta attenzione, affetto e stima”, ha dichiarato Ugo Sposetti, ex parlamentare del PCI e presidente della Fondazione Enrico Berlinguer. “C’è stata un’ondata di partecipazione tra i giovani visitatori, persone di 25 o 26 anni che forse lo conoscevano solo attraverso i racconti familiari”.

Berlinguer era amato in patria per la sua sincerità, umanità e per aver lavorato nell’interesse del Paese più che per il potere personale. A livello internazionale era temuto sia dalla sinistra che dalla destra. Nei 12 anni alla guida del PCI, portò il partito all’apice del successo, raggiungendo il famoso “compromesso storico” con Aldo Moro, leader della DC e cinque volte primo ministro. Il patto di alleanza fu ispirato dal rovesciamento della democrazia in Cile nel 1973, ma non si concretizzò mai a causa del rapimento e dell’uccisione di Moro nel 1978 da parte delle Brigate Rosse.

Oggi Berlinguer è ammirato anche da figure di destra come la Premier Giorgia Meloni, il cui partito Fratelli d’Italia ha radici neofasciste. La visita a sorpresa di Meloni alla mostra su Berlinguer a Roma, dove ha ascoltato con attenzione alcuni dei suoi discorsi più potenti, ha suscitato scalpore. “Forse è stata una sorpresa per i meno attenti”, ha commentato Sposetti, aggiungendo di avere buoni rapporti con Meloni nonostante le diverse vedute. “Meloni è cresciuta a pane, acqua e politica. Ha una visione dei partiti, della militanza, simile a quella che avevo io… ma naturalmente lei crede in una cosa e io in un’altra”.

Secondo Mario Ajello, giornalista e commentatore politico de Il Messaggero, queste pubbliche manifestazioni di ammirazione sono forse “opportunistiche”. Ma riflettono anche il fatto che Berlinguer era riconosciuto come un leader “moralmente irreprensibile”, capace di unire forze contrapposte. “C’è anche una certa nostalgia oggi per i vecchi partiti e per quando funzionavano bene, e quando l’Italia funzionava”, ha osservato Ajello. “Quanto all’estrema destra, lo fanno per dimostrare di aver superato le barriere ideologiche: perché se eri un grande italiano, anche se eri comunista, possono apprezzarti”.

In ogni caso, il rinnovato interesse per Berlinguer sembra esprimere il desiderio di una leadership di qualità, non divisiva e con una visione di lungo termine, al di là degli schieramenti politici. La sua figura resta un punto di riferimento importante per comprendere la politica italiana contemporanea.

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