A un mese dall’evento sportivo più atteso, i giochi olimpici di Beijing, i media sembrano essere più nervosi degli stessi atleti che stanno per partecipare alle gare: i numerosi produttori, cameramen e addetti ai lavori che si trovano già sul posto si dichiarano preoccupati per la minaccia dei regolamenti delle autorità cinesi in materia di trasmissione televisiva. I ritardi negli arrivi delle attrezzature e le difficoltà nell’ottenere i permessi per le riprese dal vivo degli eventi hanno diffuso un forte malcontento e un senso di diffidenza verso gli organizzatori locali. Alle solite ansie per i possibili intoppi tecnici si unisce la perplessità di tutti rispetto all’atteggiamento rigido e di chiusura di Pechino. Gary Zenkel, presidente di Nbc Olympics, paragona tuttavia gli ostacoli e gli imprevisti legati alla preparazione delle Olimpiadi a quelli che si sono incontrati durante i giochi di Atene nel 2004, affermando che: “C’è stato un significativo progresso e siamo sicuri che i problemi che si sono presentati troveranno presto una soluzione”. Manolo Romero, responsabile della televisione olimpica dichiara “Siamo in un Paese in cui non sono mai stati realizzati progetti mediatici su così vasta scala, per questo è difficile applicare alcuni punti del regolamento all’apparato burocratico locale”. Sandy MacIntyre, news director di associated press television news, ha definito il lavoro svolto durante 5 Mondiali “una passeggiata nel parco” rispetto al suo impegno in Cina.
Media in trepidazione per le Olimpiadi

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