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17 Gennaio 2023 | Attualità, Innovazione

Medicina di precisione, è partito il progetto Heal Italia

Un partenariato di 12 università e 13 istituzioni pubbliche e private non partecipate dal MUR lavorerà per tre anni, con advisory board internazionali, per condividere dati e trovare cure sempre più mirate.

 

L’Hub del Progetto Nazionale per Diagnosi e Terapie per la Medicina di Precisione è la prima rete multidisciplinare – 12 Università, 6 IRCCS, 1 fondazione di ricerca a trasferimento tecnologico, 5 Imprese e 1 Istituto di controllo e consulenza tecnico-scientifica – in cui scienziati, tecnologi e giovani ricercatori condividono conoscenze, ricerche e tecnologie innovative per portare il Servizio Sanitario Nazionale nel presente della Medicina di Precisione. Finanziata con 114,7 milioni di euro, l’iniziativa è uno dei 14 partenariati estesi previsti dal Pnrr e punta a supportare la ricerca traslazionale per diagnosi e terapie avanzate nella lotta al cancro e a malattie cardiovascolari, metaboliche e rare. Come? Attraverso nuovi metodi, nuovi servizi e soprattutto un importante network di dati clinici.

 

Spiega Giorgio Stassi, coordinatore scientifico del progetto: “Per la prima volta operano all’interno della stessa rete-madre otto network interregionali in grado di coprire tutti gli ambiti di interesse nella lotta al cancro: ricerca sulle scienze omiche, nuove tecnologie per diagnosi precoci, riposizionamento di farmaci, nuovi protocolli per la prevenzione, secondaria e terziaria, nuovi protocolli clinici per trattamenti radioterapici…. Il tutto con la partecipazione degli scienziati italiani più affermati in materia, con la supervisione di advisory board di luminari internazionali, che analizzeranno l’avanzamento lavori da Cambridge, da Oxford, dal Karolinska, dalla Cina, da Yale e da Harvard”.

 

L’obiettivo è non una ricerca fine a se stessa, bensì in grado di portare concretamente ai pazienti soluzioni e terapie innovative e consentire al cittadino di scoprire il prima possibile la patologia e curarla al meglio offrendo al sistema sanitario soluzioni utili alla gestione quotidiana dei servizi: diagnosi precoci anche attraverso abbattimento di liste d’attesa, servizi territoriali che supportano continuamente la presa in carico del paziente.

 

Il progetto si muoverà in un arco temporale di tre anni, per cui non attiverà nuovi trial clinici (che richiederebbero un orizzonte molto più lungo) e utilizzerà invece una base di dati già raccolti, da mettere a sistema anche a favore degli ospedali più piccoli. Il partenariato, sotto l’egida dell’Hub coordinato dall’Università di Palermo, coordina lo sviluppo di un algoritmo per l’analisi dei dati con cui mettere in relazione dati e analisi molecolari e costruire modelli preclinici predittivi che aiutino a prevedere non solo quando insorge una certa malattia ma anche come un certo paziente reagirà alla terapia, grazie a determinati marcatori della risposta. Prosegue Stassi: “Uno degli aspetti più critici (e costosi) delle cure tradizionali è che, mentre distruggono la malattia, provocano danni anche alle cellule sane, generando effetti collaterali che richiederanno ulteriori cure (e costi). Favorendo, invece, soluzioni come l’immunoterapia – unica cura naturale contro i tumori – e cercando di estenderne il principio (e l’utilizzo) anche per altre patologie sarà possibile individuare cure sempre più mirate a partire dai pazienti stessi e dalle loro singole esigenze”. Per una medicina di precisione al servizio di tutti.

 

di Daniela Faggion

Heal Italia, medicina di precisione

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