Un po’ difensore dell’etica di informazione, un po’ prezzemolo velenoso: Enrico Mentana, dopo le dimissioni da Mediaset e le successive polemiche a riguardo, è diventato uno degli ospiti più graditi (e assidui) dei salotti televisivi. Dopo L’infedele di Gad Lerner, ieri è toccato ad Annozero di Michele Santoro fare da cassa di risonanza per le parole, tutt’altro che dolci, del giornalista. Mentana ha aperto la trasmissione prendendo le difese di due giornalisti di Matrix (Silvia Brasca e Roberto Pavone) ai quali Mediaset ha inviato una contestazione disciplinare per alcune dichiarazioni in cui mostravano di non condividere l’allontanamento dello stesso Mentana da parte dell’azienda. “ Sono due giornalisti bravi – ha detto – che per delle opinioni liberamente espresse, rilasciate peraltro a Tv Sorrisi e Canzoni, diretto da Signorini che è pure bravo ma non è certo Che Guevara, ricevono una lettera di contestazione che può essere il preludio del licenziamento. Non parlo per me, non voglio fare il licenziato di professione, ma lasciate stare chi lavora da 20 anni a Mediase t ” L’ex direttore editoriali parla senza mezzi termini, come d’altronde è d’uso, di metodi sovietici: “ Sembra fatto per dire: la lezione-punizione di Mentana sia chiara a tutti ”. Ora non resta che aspettare la reazione dell’azienda di Cologno Monzese, in quello che sta diventando un batti e ribatti ormai quasi quotidiano. Logorante più per gli spettatori, forse, che per i diretti interessati.
Mentana da Santoro: non voglio fare il licenziato per professione

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