In molti si sono domandati perché, un anno fa, Microsoft abbia sborsato 8,5 miliardi di dollari per acquistare Skype. La risposta è ovvia: perché le comunicazioni video e vocali sono un asset irrinunciabile per un’azienda tecnologica di quelle dimensioni. Già ai tempi dell’acquisizione, non mancarono le voci polemiche sulla possibilità che l’acquisto fosse mutuato da qualche altra intenzione, che oggi si rinforza dopo l’annuncio di Redmond sulla nuova architettura dei server di Skype, che passano sotto il controllo diretto di Microsoft. Efim Bushmanov, blogger esperto di Skype molto seguito dagli esperti di sicurezza, avanza l’ipotesi che la mossa sia dettata dall’intenzione di monitorare le conversazioni . Tecnicamente, Microsoft ha spostato i supernodi di Skype su server proprietari molto potenti , piuttosto che mantenerli distribuiti come sono stati finora. Grazie all’hardware proprietario, Microsoft può quindi gestire tutti i flussi di comunicazione che passano attraverso questi supernodi, diminuendone al contempo il numero grazie alla potenza di calcolo dedicata. Di fatto in questo modo Redmond ha ridefinito la parte P2P dell’architettura di Skype , che assieme a sistemi di criptazione avanzati rendeva il sistema immune da intercettazioni.
Microsoft ristruttura Skype, pericolo intercettazioni

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