Una campagna di comunicazione sostenuta da Masaf e Ismea promuove il patrimonio della produzione di miele in Italia per tutelare un settore messo in difficoltà dal cambiamento climatico. Focus su TikTok e Instagram.
Eventi meteo avversi e cambiamento climatico stanno compromettendo il settore della produzione di miele italiano. Un grande patrimonio, un unicum in termini di qualità ma una produzione che non cresce in parallelo al numero di alveari presenti proprio a causa delle condizioni meteoclimatiche sempre più spesso anomale.
I numeri
Oggi sono oltre 75 mila gli apicoltori italiani (+32% rispetto al 2019) con oltre 1,8 milioni di alveari (+23% rispetto al 2019). La produzione nazionale è stata di 22 mila tonnellate nel 2023, con un calo del 12% sull’anno precedente. Anche nelle annate migliori, il miele prodotto sfiora il 50% del consumo nazionale. In Italia si stima un consumo pro-capite annuo di quasi 700 grammi, a fronte di una media europea di 600 grammi (con Germania al primo posto con 1,5 Kg pro-capite).
Alla luce di questo contesto, in cui l’anello debole tra i consumatori è la fascia di età più giovane, ha preso le mosse la nuova campagna per la promozione di un sistema di qualità nazionale per i mieli a cura di Masaf e Ismea. La campagna ha l’obiettivo di preparare operatori e mercato alla discesa in campo di un sistema che stabilisca parametri in grado di tutelare la qualità dei mieli prodotti dai nostri apicoltori.
Il ruolo di Masaf e Ismea
“Grazie alla collaborazione tra il Masaf e l’intera filiera apistica, a breve sarà realtà il Sistema di qualità nazionale per i mieli – ha affermato il Sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo. L’SQN si baserà su parametri di qualità oggettiva più restrittivi e indicazioni vincolanti del processo produttivo che garantiscano naturalità, qualità, salubrità, benessere delle api e sostegno alla biodiversità. Riguarderà le caratteristiche qualitative del miele, così come le regole per la conduzione di alveari e dei locali di lavorazione e conservazione; sono inoltre previste indicazioni sulle analisi obbligatorie, la tracciabilità e la presentazione del prodotto, sull’etichettatura e le procedure di controllo. L’auspicio è che le imprese apistiche aderiscano in maniera convinta e capillare. La qualità – ha aggiunto il sottosegretario D’Eramo – resta l’elemento vincente e il valore aggiunto dei prodotti dei nostri apicoltori”.
“Quello dei mieli è un mondo che si presta perfettamente a una campagna di comunicazione dai forti contenuti – ha dichiarato il Presidente di Ismea Livio Proietti. Avere, nel nostro Paese, oltre 50 mieli uniflorali e una miriade di millefiori identitari è un punto di forza che permette di generare contenuti accattivanti in termini di storytelling per il pubblico più giovane, ma anche più in generale, lo scopo della campagna è quello di rafforzare la cultura dei mieli a livello intergenerazionale: per scegliere occorre conoscere. Parlare di “mieli” ci avvicina a questa realtà che è fatta di cura, attenzione al lavoro, all’ambiente e alla biodiversità da parte dei nostri apicoltori che devono essere aiutati perché il miele e gli altri prodotti dell’apicoltura trovino idoneo posizionamento sul mercato.”
Come si sviluppa la campagna
Dopo le prime attività organizzate con scuole e famiglie nell’ultima edizione del Salone del Gusto di Torino, la campagna di comunicazione è sbarcata sui canali social per rivolgersi in modo prioritario ai più giovani. Il messaggio è stato affidato ai talent su TikTok e Instagram, con ben 75 contenuti sulla cultura del miele, in grado di raggiungere un pubblico vastissimo su un arco temporale di circa due mesi.
Un minisito internet permetterà gli approfondimenti relativi alle tipologie di miele, alle caratteristiche organolettiche e alle proprietà nutrizionali, oltre che alla parte informativa specifica del nuovo Sistema di Qualità Nazionale. Inoltre, dei videotutorial sulle caratteristiche dei mieli del nostro Paese e sui passaggi fondamentali su cui si basa il Sistema di Qualità Nazionale, saranno messi a disposizione della filiera miele e veicolati su web e social (in questo caso anche su Facebook, per un pubblico più “maturo”). Anche la GDO è naturalmente un canale di comunicazione preso in considerazione dalla campagna.
Valentina Colombo