Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

23 Novembre 2007 | Attualità

Molto rumore per cosa?

“Di tutto, di più ma sempre lo stesso”. Questo lo slogan dopo l’ inchiesta sulle intercettazioni allegate all’inchiesta sul fallimento della Hdc che coinvolge Rai e Mediaset Anche la cara “casalinga di Voghera” aveva mangiato la foglia: Rai e Mediaset troppo simili e addirittura con le stesse notizie. Possibile? La Rai conta su 49 strutture dipendenti dalla direzione generale e 11 testate giornalistiche (la media europea è di 11 e 2). Il direttore generale della Rai Claudio Cappon, in occasione della presentazione del piano industriale 2008-2010, aveva detto: “O si cambia o si rischia il declino”. Ma negli ultimi anni si fatica a distinguere i palinsesti e questo, si ipotizza, per via dei condizionamenti tra Mediaset e Rai nei 5 anni di presidenza del Consiglio dei ministri di Silvio Berlusconi. Linea comune, scambio di informazioni sui programmi in onda, accordi per rallentare il flusso delle notizie in caso di dati elettorali negativi. La tv di Stato apre un’indagine interna e chiede rispetto e autonomia dalla politica mentre Mediaset reagisce parlando di “stupidaggini” e annuncia azioni legali nei confronti del quotidiano La Repubblica, che ha pubblicato le intercettazioni con una sua inchiesta. Berlusconi dice che si tratta solo di uno sciacallaggio contro la sua persona. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiede che le intercettazioni rimangano segrete. Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni parla di “un quadro molto grave” che richiede di “restituire l’onore al servizio pubblico” e ha chiesto al Parlamento “una corsia preferenziale” sulla riforma contenuta nel Ddl Gentiloni. La soluzione sembra però lontana nel caos politico attuale. 

Guarda anche:

alberto-bigoni-musica-unsplash

Uno scrittore italiano alle prese con l’algoritmo della musica

Si intitola così il libro di Renato Caruso che ripercorre la lunga storia e il legame intrinseco fra musica e matematica Se amate la musica ma non la matematica, c'è adesso un libro che promette di...

L’Italia sui giornali del mondo: 22 e 23 dicembre 2025

Le testate internazionali dedicano ampio spazio all’Italia nelle ultime 48 ore, concentrandosi prevalentemente su questioni economiche, giudiziarie e di sicurezza. L’autorità antitrust italiana ha inflitto una sanzione da 98,6 milioni di euro ad Apple per presunte violazioni della concorrenza legate alla funzionalità App Tracking Transparency, accusa che la società californiana respinge fermamente annunciando ricorso. Sul fronte della politica estera, il ministro della Difesa Guido Crosetto conferma l’intenzione di Roma di mantenere una presenza militare in Libano anche dopo il ritiro programmato della missione UNIFIL per fine 2026, suscitando attenzione nei media mediorientali e internazionali. In ambito giudiziario, la procura di Milano archivia le indagini sui presunti sorvoli di droni russi sul Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea a Ispra: l’inchiesta rivela che i 21 allarmi registrati tra marzo e maggio erano falsi positivi causati da interferenze radio. Infine, il Senato italiano si appresta a votare la legge di bilancio 2026 tra tensioni nella maggioranza e polemiche sugli emendamenti dell’ultimo momento, con l’approvazione finale prevista entro fine anno.

spencer-davis-roma-unsplash

Le due capitali d’Italia nella top five di Euromonitor

Roma al quarto posto e Milano al quinto del Top 100 City Destinations Index 2025 Nel Top 100 City Destinations Index 2025, la classifica internazionale stilata ogni anno da Euromonitor...