150 ricercatori di tutto il mondo, guidati dall’italiano Roberto Cazzolla Gatti, hanno dato vita a uno studio che ha portato alla nascita del più grande database di alberi al mondo: oltre 70.000 specie e tantissime ancora da scoprire.
Nel mondo ci sono 73.300 specie di alberi di cui oltre 9.000 non sono ancora state scoperte. Sono dati che arrivano da uno straordinario lavoro guidato dall’italiano Roberto Cazzolla Gatti, docente di diversità biologica e conservazione all’Università di Bologna, e a cui hanno partecipato 150 ricercatori di tutto il mondo. Lo studio, pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), ha portato alla creazione di un catalogo degli alberi che attualmente è il più grande al mondo e che, rispetto al precedente, si è arricchito del 14% di specie in più.
Per poter arrivare a questo importante risultato, Cazzolla è partito dalla consapevolezza che, pur essendo gli alberi uno dei gruppi viventi più conosciuti, si tratta di un mondo ancora tutto da esplorare e per questo motivo, in collaborazione con i colleghi delle Università americane Purdue e del Minnesota, ha chiesto a tutti gli esperti di biodiversità di condividere i propri archivi. La risposta è stata molto sentita: circa 150 risposte, nell’ambito della Global Forest Biodiversity Initiative (Gfbi), tra i quali gruppi italiani delle Università di Firenze, Trento, Bolzano e Udine.
I dati arrivati, provenienti dalla Patagonia alla Siberia, passando dal Sud Est asiatico all’Europa, sono stati inseriti in un grande database e successivamente analizzati attraverso supercomputer e algoritmi di Intelligenza Artificiale. In totale, gli alberi schedati sono circa 40 milioni appartenenti a 64.100 specie già conosciute e classificate; tra queste, oltre il 30% rappresenta specie molto rare, come per esempio il Pino loricato che vive solo in un nucleo sul Pollino (parco nazionale tra Basilicata e Calabria) e che conta poche centinaia di esemplari. Il continente con la maggiore biodiversità è il Sud America, con il 43% (27.000) di tutti i tipi di alberi del pianeta che si trovano in praterie, savane, macchie oppure in foreste tropicali e subtropicali dell’Amazzonia e delle Ande; in Europa e Asia ci sono circa 14.000 specie; in Africa 10.000; in America centrale e settentrionale 9.000 e infine 7.000 in Oceania. All’appello mancherebbero ancora circa 9.200 specie, una stima che i ricercatori hanno ottenuto attraverso l’utilizzo di metodi statistici avanzati. La spiegazione sta nel fatto che si tratta di specie esistenti in pochi esemplari e in luoghi remoti e il grande rischio potrebbe essere quello di scomparire ancor prima di essere scoperte.
“Conoscere la diversità e la ricchezza in specie degli alberi è fondamentale per preservare la stabilità e la funzionalità degli ecosistemi ma finora per ampie aree del Pianeta avevamo dati limitati che impedivano di arrivare ad avere una prospettiva globale. – ha spiegato Roberto Cazzolla Gatti – Incredibile pensare quante cose ancora non sappiamo di un gruppo di viventi così ‘facile’ da conoscere. Può bastare un incendio in Borneo o una nuova piantagione in Amazzonia per eliminare biodiversità non ancora nota. Impressionante se proviamo a proiettare in scala queste perdite ad altri gruppi meno visibili, come insetti, funghi o altri vegetali”.
di Antonietta Vitagliano