L’accesso mobile all’informazione sta crescendo molto. Gli smartphone e i tablet si stanno diffondendo in fretta ed è prevedibile che tenderanno ad essere sempre più accessibili. Gli ultimi dati confermano la tendenza. La Technology Review si chiede se gli smartphone siano la tecnologia che si sta diffondendo più velocemente nella storia. Sui dispositivi mobili girano le app e la questione su quanto siano efficaci per la distribuzione delle news trova pareri discordanti. Uno studio della stessa Technology Review (rivista del celebre del Mit) è significativamente intitolato Perché gli editori non amammo le app : molti editori preferiscono infatti il modello più aperto del web, usando magari l’Html5. Un modello che veicola un approccio all’informazione piuttosto semplice: quando si seleziona una fonte, o quando un algoritmo ne propone una, l’unità semantica minima diventa il post o l’articolo. La notizia in quanto tale vince dunque sulla testata che la pubblica. Non si sceglie più il contenitore preconfezionato, cioè il giornale, ma la singola voce che propone valore aggiunto nel dare informazione. E per il lettore diventa irrilevante per quale contenitore scriva la penna che ha composto l’articolo.
News online, le app della discordia

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