Antonella Clerici è senza dubbio alcuno il personaggio (televisivo) del momento. Gli anni trascorsi al timone di programmi di successo, l’immagine rassicurante costruita e coltivata con dedizione, i mesi trascorsi sui rotocalchi grazie alla relazione con Eddy Martens e alla maternità, il doppio sgambetto fattole da Fabrizio Del Noce , l’hanno trascinata a fuor di popolo sull’Olimpo delle presentatrici più amate del tubo catodico, facendole guadagnare una sempre più insistente candidatura alla conduzione del prossimo Festival di Sanremo. Colonna portante della pioggia di consensi scatenatasi sull’Antonella nazionale è la trasmissione attualmente in onda su Raiuno, Ti Lascio una canzone. Il programma, giunto quest’anno alla seconda edizione ed esportato in Turchia e Portogallo, si è tolto nel 2008 lo sfizio di imporsi su La Corrida (Canale 5) ed è stato responsabile del flop definitivo de Il Bagaglino (Canale 5). Lo scorso weekend ha sbaragliato la concorrenza con uno share del 32.64% (sei milioni e mezzo di telespettatori), imponendosi su un palinsesto tutt’altro che arrendevole. Quali sono gli ingredienti di un trionfo di tale portata? Qual è il valore aggiunto di una trasmissione che non ha fatto altro che portare sul palco della prima rete di Viale Mazzini elementi inflazionati e già sfruttati da un numero imprecisato di varietà, reality e talent-show? Cosa porta la maggioranza degli italiani, precedentemente spaccata a metà davanti al bivio X Factor – Amici, a mettersi d’accordo il sabato sera su Raiuno? L’eccellenza dei concorrenti innanzi tutto. I piccoli protagonisti del programma sono tutti fuoriclasse e la loro presenza sul palco dell’Ariston è giustificata esclusivamente dal talento canoro: non entrano in gioco meccanismi legati all’immagine o alla capacità di stare sul palco, non c’è spazio per discussioni, polemiche o lacrime facili. Studio, dedizione e maturità ancora lontana ma rincorsa con convinzione: il 15enne Piero Barone ha spiegato che è meglio non guidare la moto d’inverno per non mettere a rischio le corde vocali. Apparecchio per i denti e gestualità ancora impacciata ma una voce, nel caso di Veronica Liberati, come quella di Mina. Viso pulito, sguardo furbetto e la consapevolezza di avere quel qualcosa in più, Gianluca Ginoble, 14 anni. Viola Cristina di anni ne ha solo nove, ma picchietta le dita sul microfono come le grandi. E che diventi grande, non solo in senso anagrafico, è fortemente probabile. Alle loro promettenti ugole vengono settimanalmente assegnati brani, veri soggetti della competizione, che hanno fatto la storia della musica italiana e, in quanto tali, non regalano al programma la visibilità della hit in testa alle classifiche di vendita. Le classifiche di vendita. Ospiti poco gradite di Amici e X Factor sono (ancora) assenti nel meccanismo di Ti Lascio una canzone . Nonostante la presenza di Claudio Cecchetto al fianco di Antonella Clerici, che ricorda di sabato in sabato che business-is-business, e il cd che uscirà a breve in tutti i negozi, contenente una raccolta delle migliori interpretazioni dei giovani in gara, non si è ancora sentito parlare di ‘inediti’ e non si sono intravisti dietro le quinte i volti famelici di Sony,Warner, Emi e Universal. A Ti lascio una canzone si canta. Ci si permette di rinunciare, complice il momento economico poco felice, ai super ospiti internazionali della scorsa edizione e di crescere contemporaneamente sulla curva ascolti. Ci si toglie lo sfizio di annunciare la canzone vincitrice quattro settimane prima della chiusura del programma e di iniziare una gara nella gara fra bambini vecchi (prima edizione) e bambini nuovi (edizione corrente). Sempre di bambini si tratta, ed è questa la loro forza. CODE –>
Non solo Clerici, Ti lascio una canzone: cronaca di un successo

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