Tra Lazio, Toscana e Piemonte i nostri luoghi incantati che si trovano nella classifica dei 25 giardini imperdibili al mondo secondo il giornale statunitense
Volete guardare il mondo della flora come non avete mai fatto in vita vostra? Secondo il New York Times ci sono nel mondo almeno 25 giardini che vi aiuteranno in questa missione e cinque di questi posti speciali si trovano in Italia. Sono il Giardino di Ninfa, il Sacro Bosco di Bomarzo e il giardino di Villa d’Este nel Lazio; il giardino di Villa Gamberaia – in Toscana e il giardino di Villa Silvio Pellico in Piemonte. Il quotidiano statunitense ha affidato il compito di stilare la classifica a sei esperti internazionali e il risultato è stato particolarmente generoso con l’Italia, appunto, e con la Gran Bretagna, dove si trovano altri cinque giardini speciali.
Ecco dove trovare i giardini e la loro posizione assoluta nella speciale classifica
Giardino di Ninfa – Cisterna di Latina – 3o classificato
Monumento Naturale dalla Regione Lazio dal 2000
Ospita più di 10mila fra alberi e arbusti, in arrivo da tutto il mondo
Deve il suo nome a un tempietto di epoca romana dedicato alla divinità delle acque sorgive e proprio l’acqua circostante hai consentito il microclima perfetto per accogliere un insieme variegato e prezioso.
Villa Gamberaia – Settignano, Firenze – 19mo classificato
Quando la natura e l’architettura si sposano nasce un paradiso per tutti i sensi. Statue, giochi d’acqua, scalinate simmetriche si mescolano a boschi di lecci secolari, limonaia, roseti e piante di svariati tipi.
Villa d’Este – Tivoli, Roma – 21mo classificato
Patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2001
Qui la bellezza della natura, il fascino dell’acqua e i prodigi dell’ingegneria idraulica rinascimentale hanno dato vita a un luogo davvero unico. Chiunque l’abbia visitato porta per sempre nel cuore le sue decine di fontane, ninfee e cascate, centinaia di beccucci, getti d’acqua e grotte.
Sacro Bosco – Bomarzo, Viterbo – 22mo posto
Sin dal nome l’emozione che suscita questo luogo è davvero ancestrale. A sottolinearla una quarantina di mostri scolpiti nella pietra, fra cui l’iconica Bocca dell’Inferno, e percorsi labirintici fra cui perdersi e – forse – ritrovarsi. Natura e mistero a cielo aperto.
Villa Silvio Pellico / Vigna Barolo – Moncalieri, Torino – 24mo classificato
Se volete trovare cedri del Libano, palme e platani donati da Napoleone siete nel posto giusto. Ha due nomi: Silvio Pellico perché qui egli scrisse “Le mie prigioni” e Vigna Barolo perché posseduta per un certo periodo dai marchesi di Barolo. L’impianto attuale risale al secondo dopoguerra e fra boschi, sentieri e parco conquista il visitatore a ogni passo.
di Daniela Faggion