Debutta in queste ore la nuova grafica web del New York Times . Il più celebre quotidiano in lingua inglese ha deciso di rinnovare il proprio stile e la propria impaginazione per la prima volta da cinque anni a questa parte, aprendo al native advertising , ovvero i pezzi sponsorizzati . La nuova piattaforma offrirà ai lettori articoli canonici, news e approfondimenti a tutto tondo, ma anche scritti dettati dalle regole del marketing , con aziende pronte a pagare la scrittura di un pezzo su un proprio proidotto o servizio, che apparirà poi sulle pagine digitali di Nytimes.com . La grafica rivisitata dovrebbe rendere più semplice la navigazione sui dispositivi mobili, favorendo la lettura agli abbonati del sito, sempre più numerosi (sono circa 700mila gli iscritti a pagamento) e importanti, per un modello che si basa essenzialmente sul paywall. A smuovere le acque inquiete del giornalismo online è però l’introduzione delle inserzioni sponsorizzare : la struttura delle news a pagamento modificherà i flussi pubblicitari del sito, che tenderanno ad assomigliare a quelli di un social network, con i contenuti a farsi portatori diretti delle istanze di adv. La strategia commerciale, lanciata da siti come Buzzfeed e The Verge e sempre più in voga negli Stati Uniti, fa storcere il naso ai puristi della notizia, ma promette di rilanciare le sorti economiche del giornalismo digitale, sin qui incapace di fare veri profitti (sottoscrizioni – poche – a parte). I prodotti di native advertising saranno studiati da un gruppo di analisti e addetti marketing, scritti da giornalisti e pubblicati in maniera riconoscibile , con una banda blu e la dicitura ‘paid post’, così da distinguerli dagli altri articoli. “ Ci rendiamo conto che è una scelta difficile ma necessaria. Ci sarà sempre una separazione tra il lavoro della redazione e il compito di creare contenuti per la pubblicità” , ha detto l’editore del New York Times , Artur Sulzberger, cui ha fatto eco il direttore Jill Abramson, che ha garantito vigilanza ferrea per evitare la confusione tra spot e news. La novità sarà comunque deflagrante, perché mescolerà marketing e giornalismo in maniera completa, distinguendone i risultati con semplice bollino. E, se dovesse funzionare, sarebbe adottata a stretto giro di posta da decine di altre testate web.
Nyt si rinnova online, con articoli promozionali

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