L’agenzia britannica per la protezione della salute (Hpa) mette le mani avanti: i risultati della ricerca sugli effetti del WiFi sull’organismo saranno senza dubbio rassicuranti. Bisogna sgombrare il campo da ogni dubbio. Quasi quindici anni dopo i primi allarmi – mai risultati fondati – sulle conseguenze dell’inquinamento elettromagnetico innescato dai cellulari, a finire nel mirino della Hpa è il WiFi, il collegamento wireless sempre più utilizzato in casa e nei luoghi pubblici. In un comunicato per delineare gli scopi della ricerca, Pat Troop, presidente dell’agenzia, ha detto che: “A oggi non ci sono prove scientifiche che le reti senza filo – anche quelle domestiche – possano avere conseguenze negative sulla salute”. I segnali emessi dalle centraline sono molto bassi e ben al di sotto dei limiti imposti dalla Commissione internazionale sulle radiazioni (Icnirp). “Non c’è quindi motivo per cui le scuole o altre strutture non dovrebbero continuare a usarle”, ha detto Troop per evitare timori infondati. Non c’è stato ancora uno studio approfondito sull’esposizione cui una persona è mediamente sottoposta: una lacuna da colmare specie dopo che nell’agosto scorso il sindacato insegnanti britannico ha lamentato che i ragazzi sono utilizzati come cavie fino quando non sarà stabilita con sicurezza che le onde WiFI sono innocue.
Oh yes, il WiFi non fa male

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