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Pagamenti digitali, è boom. Pagamenti invisibili, la prossima frontiera

In Italia i pagamenti digitali nel commercio online sono in forte aumento. Cambiano le abitudini di spesa dei consumatori e la moneta elettronica batte quella fisica anche nei negozi. In arrivo i pagamenti invisibili, con l’auto che da sola paga il parcheggio.

Sistemi innovativi di pagamento per i consumatori, e i servizi aggiuntivi a essi collegati, stanno trasformando repentinamente il mondo dei consumi. Da un lato lo smartphone si conferma il motore primario per la crescita dei pagamenti digitali, dall’altro stanno emergendo nuovi importanti fenomeni che promettono di arricchire le esperienze di pagamento per i consumatori.

Nel 2022 i pagamenti digitali in Italia sono cresciuti a doppia cifra, sfiorando i 400 miliardi di euro (pari al 40% dei consumi), un valore che include sia i pagamenti basati su carte e wallet (390 miliardi di euro, in crescita del +18% rispetto al 2021), sia i pagamenti basati su conto (7 miliardi di euro di transato). A dirlo è l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, in occasione del convegno “Innovative Payments: don’t look back“. Non si guarda indietro. La crisi pandemica, anche in questo ambito, ha cambiato strutturalmente le abitudini dei consumatori, che trovano i nuovi mezzi sempre più comodi, veloci e sicuri, portando il mercato a crescere a ritmi superiori rispetto a quelli pre-covid.

La crescita dei pagamenti innovativi

L’Italia, secondo i dati della Bce, è uno dei paesi a maggior crescita nell’ultimo anno (+33,6%) sul numero di transazioni pro capite con carta registrate nel 2021. Una crescita che riguarda tutte le componenti, da quelle più tradizionali come le carte, dove i pagamenti Contactless raggiungono i 186 miliardi di euro (+45% sul 2021), ai nuovi metodi di pagamento (Innovative Payments) che registrano un valore di 20,3 miliardi (+107%). Tra questi ultimi Mobile e Wearable trainano la crescita: nel corso del 2022, infatti, gli italiani hanno usato sempre di più lo smartphone o i dispositivi indossabili per effettuare pagamenti in negozio, per un totale di 16,3 miliardi di euro di transato (+122% rispetto al 2021). Tra i servizi correlati al pagamento che stanno destando sempre più interesse tra i consumatori c’è sicuramente il Buy Now Pay Later (BNPL). Cresciuto nel 2021, si è confermato in salita anche nel 2022, contribuendo in maniera significativa all’aumento generale dei pagamenti digitali. Già utilizzato dal 13% degli italiani per uno o più acquisti online e/o in negozio, mentre il 33% dichiara di voler servirsene in futuro. Una trasformazione che sta coinvolgendo anche i pagamenti nei punti vendita fisici grazie alla spinta del mobile payment che fa registrare numeri minori ma un tasso di crescita esponenziale: entro i prossimi 4 anni, infatti, si assisterà a un incremento del 165% dei pagamenti da smartphone all’interno dei negozi fisici con un giro d’affari di quasi 60 miliardi di euro nel 2026 (rispetto ai 22 fatti registrare alla fine dello scorso anno).

Lo scenario italiano e mondiale

All’interno di questo scenario, però, non mancano dati contrastanti: secondo il report “Space 2022” della Bce il contante rimane la forma di pagamento scelta dal 69% degli italiani (dato in calo del 13% dal 2019) ma è quella preferita solo dal 19% (-10% sempre sul 2019). Quasi 6 italiani su 10 (58%) infatti, hanno messo in cima ai metodi di pagamento preferiti quelli cashless, ricalcando esattamente la media dell’Eurozona. Sempre secondo il report della Bce, di tutti i pagamenti giornalieri dell’Eurozona il 17% è stato effettuato online nel 2022, rispetto solo al 6% del 2019In termini di valore, la quota dei pagamenti online nel 2022 è stata del 28% (+14% rispetto sempre al 2019), indicando che questa tipologia di pagamenti sono preferiti per importi più elevati. In Italia una transazione su due viene effettuata con la carta di credito, il 5% con il bonifico e ben il 27% (terza nazione in Europa solo dietro a Olanda e Germania) con metodi di pagamento online alternativi che includono conti digitali (come Paypal), sistemi “Buy Now Pay Later” e finanziamenti. Il restante 17%, infine, viene saldato con altre tipologie di pagamento che includono voucher, gift card e cryptovalute. Una delle prossime tendenze, già in atto nei punti vendita, si chiama “Tap to Pay” ovvero la possibilità di ricevere pagamenti digitali senza terminale Pos dove l’operazione viene finalizzata con un tablet o uno smartphone. Come riporta la ricerca Us Proximity Mobile Payments 2022, negli Stati Uniti lo scorso anno i volumi di pagamento “Tap to Pay” sono aumentati del 30% superando 4,1 miliardi di dollari.

L’obiettivo è il constrato all’evasione

Vivace e innovativo, dunque, anche il nostro Paese, con un netto cambio di tendenza. Ricordiamo che in Italia l’obbligatorietà del Pos risale al 2012 quando il Governo Monti varò il Decreto Crescita 2.0 e ha riguardato moltissime attività. Ma solo dal 30 giugno 2022 sono arrivate le sanzioni in caso di illeciti. Così a partire dalla scorsa estate esercenti e professionisti si sono muniti di questo strumento per garantire i pagamenti con metodi tracciabili. L’obbligo era stato introdotto con l’obiettivo di favorire una maggiore trasparenza fiscale e per limitare l’utilizzo del denaro in contante. La cosiddetta moneta elettronica è, infatti, quella che identifichiamo come denaro tracciabile di cui è, dunque, possibile ricostruire la transazione. In questo modo, può esserci un maggiore controllo nei confronti di eventuali attività criminali, contro operazioni di riciclaggio, nonché appunto in funzione della lotta all’evasione fiscale. Tuttavia, l’attuale governo voleva andare verso una semplificazione di queste regole, introducendo alcuni casi di esenzione dall’obbligo. La Legge di Bilancio 2023 prevedeva, infatti, una esenzione allargata a tutte le attività, per i pagamenti di piccolo importo, ovvero inferiori a 60 euro. Tuttavia l’Unione Europea ha “bocciato” tali misure, non in linea con le raccomandazioni volte alla lotta all’evasione fiscale in Italia, spingendo il governo italiano a eliminare la soglia entro cui i commercianti avrebbero potuto rifiutare di usare il POS.

La frontiera: pagamenti invisibili

La crescita, in termini di transato e diffusione, delle modalità di pagamento più innovative è continua e conforme in tutto il mondo. A livello globale crescono gli ‘Smart Objects Payment’. Oggetti di uso comune, che acquistano in autonomia: l’ultima frontiera dell’Internet of Things, applicata al sistema di pagamento. Non sarà più il consumatore a disporre un pagamento tramite dispositivi digitali, ma l’oggetto che capirà il contesto e pagherà il servizio, per poi erogarlo direttamente. Alcuni esempi sono le cosiddette smart car – auto dotate di connessione Internet che, se posteggiate su un parcheggio geolocalizzato, “capiscono” che l’utente sta chiedendo di effettuare il pagamento della sosta. Negli Stati Uniti vedono già oggi circa 84 milioni di veicoli online e un grande potenziale di sviluppo. O la lavatrice che si accorge la necessità di cambiare il filtro, lo ordina e lo acquista online. Il contatore che acquista l’energia di cui ha bisogno in tempo reale, per gestire un picco di consumo ed evitare una perdita di potenza. Pay Reply, con un team di payment architect, sta progettando soluzioni di pagamento digitale in cui non sono più le persone a fare gli acquisti, ma gli oggetti “smart”. Insomma in un futuro ormai alle porte tutto potrà essere gestito automaticamente dagli oggetti, permettendoci così di passare dalla “one click experience”, dove era ancora necessario abbonarsi a un servizio online e avere l’interazione del consumatore per completare l’acquisto, al “pagamento invisibile”, che semplifica il processo di pagamento, consentendo agli oggetti intelligenti di effettuare acquisti per noi. Una rivoluzione che può essere applicata ai dispositivi indossabili, alla mobilità e ai servizi offerti dalle smart city.

di Luisa D’Elia

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