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6 Ottobre 2008 | Innovazione

Palermo scende in campo per difendere la libertà di stampa

Oggi Palermo è scesa in campo per difendere la libertà di stampa, con un volantinaggio nel centro della città e un convegno. L’iniziativa è stata presa da gruppo siciliano dell’Unione nazionale cronisti italiani, che ha organizzato, assieme al centro studi Pio La Torre di Palermo, un dibattito sul tema “Disegno di legge  intercettazioni ed informazione libera” Il presidente nazionale dell’Unci, Guido Columba , ha annunciato anche una manifestazione nazionale per il 5 novembre a Roma, ” nella quale i cronisti italiani faranno sentire forte la propria voce “. All’evento di oggi hanno partecipato giornalisti, magistrati e avvocati. Il lavori sono stati aperti dal presidente del Centro Studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco, per il quale “la democrazia non può essere regolamentata secondo norme repressive. La libertà di stampa non può essere limitata in alcun modo”. Secondo il presidente dell’Unci Sicilia Leone Zingales il disegno di legge per le intercettazioni è stato preceduto da ” una campagna mediatica secondo la quale, per fini scandalistici prima che di informazione, sarebbero state compiute palesi e intollerabili violazioni del segreto di indagine . Niente di più falso in quanto tranne qualche grossolano episodio, gli atti sulle più grandi inchieste giudiziarie, politiche, sportive e finanzia r ie dell’ultimo triennio, sono stati pubblicati senza alcuna violazione legislativa “. Il segretario provinciale dell’Associazione della stampa di Palermo, Enrico Bellavia, ha fatto pervenire un intervento in cui afferma che ” qui non è neppure in gioco lo spauracchio del carcere per i giornalisti, ma il diritto dei cittadini a essere informati ”. Le intercettazioni, per Bellavia, sono strumenti di comprensione oltre che di indagine. Le derive vanno contrastate a monte. Secondo l’avvocato Ettore Barcellona, del servizio di assistenza legale del Centro Pio La Torre, il disegno di legge ” contiene una serie di modifiche alla modalità di disposizione delle intercettazioni che renderebbe le stesse operativamente più complicate anche per le residuali ipotesi previste dalla riforma. Si amplierebbe così la possibilità di eccezioni di nullità e inutilizzabilità delle stesse “. Il segretario regionale dell’Assostampa siciliana, Alberto Cicero, ha sottolineato che ” la posta in gioco è altissima e che la delegittimazione in corso da parte della politica verso il mondo dell’informazione è preoccupante. La categoria dei giornalisti deve rimanere unita per affrontare adeguatamente questa minaccia che investe il diritto della società di essere correttamente e obiettivamente informata “. Pessimista Riccardo Arena, consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, secondo cui ” l’informazione rischia di finire in manette , nel silenzio e nella sottovalutazione di quanto sta avvenendo da parte dei diretti interessati, e cioè giornali, giornalisti e tutti i media, e se finisce in manette l’informazione rischia di finirci anche la democrazia “.

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