Il ministero dello Sviluppo Economico ha aperto le buste con le offerte per i 24 l otti di frequenze: la quota iniziale raggiunta è di 2,3 miliardi di eur o, merito delle offerte di 3 Italia, Vodafone, Wind e Tim, mentre è confermata l’assenza di Linkem e Poste Mobile. ” Oggi comincia l’asta vera e propria “, spiegano fonti del ministero, che prevedono ” rilanci consistenti ” da parte degli operatori. I tecnici dello Sviluppo economico parlano di ottimismo motivato: “T utti e quattro gli operatori gareggeranno per i sei lotti di frequenze a 800 MHz e ciascuno deve ottenerne almeno due (5 MHz + 5 MHz) per costruirci sopra una copertura di rete adeguata “. Insomma, almeno sulle frequenze più pregiate, quelle cioè che permettono di coprire a ombrello tutti il territorio nazionale con servizi voce e banda larga di telefonia mobile, ci sono meno risorse che concorrenti. Ecco perché si prevede una battaglia che farà lievitare l’asta . ” Prevediamo di avvicinarci ai 3 miliardi di euro “, spiegano al ministero, ” ma si può già dire che abbiamo evitato il flop: siamo già a un passo da quel livello minimo di incassi, 2,4 miliardi di euro, previsto da Giulio Tremonti nella legge di Stabilità “. Lo Stato non avrà soldi, invece dall’assegnazione di frequenze alle emittenti tv , con un beauty contest che partirà il 6 settembre. Il Governo ha deciso infatti di assegnarle gratis, rinunciando così ad almeno 1 miliardo di euro.
Parte l’asta Lte: le casse statali rifiatano

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