Lo rivela uno studio appena pubblicato sul sito dell’UNU, Università delle Nazioni Unite. Servirebbero anche 3,9 miliardi di alberi per bilanciare le loro emissioni
Si fa presto a dire economia virtuale, ma gli effetti sull’ambiente restano drammaticamente reali e concreti. Secondo uno studio realizzato da Kaveh Madani dell’Università delle Nazioni Unite (UNU), pubblicato sulla rivista Earth’s Future e già disponibile anche sul sito del comparto accademico dell’Onu, la gestione dei Bitcoin – la prima e più diffusa forma di criptovalute – è davvero dispendiosa in termini di risorse energetiche e ambientali. In un anno queste monete digitali consumerebbero più della metà dell’elettricità usata in Italia e l’acqua necessaria a 300 milioni di contadini dell’Africa sub-sahariana, senza contare le loro emissioni, per bilanciare le quali servirebbero 3.9 miliardi di alberi.
A essere particolarmente energivoro è il meccanismo noto come “mining”, cioè il processo informatico necessario a validare le transazioni e che permette la costante crescita della rete. Nel biennio 2020-2021 oggetto di studio il mining dei Bitcoin ha consumato 173.42 Terawatt Ore di elettricità (l’Italia ne consuma 295). Secondo lo studio di UNU, peraltro, la maggior parte dell’energia usata per il mining dei Bitcoin arriva da fonti fossili: il 45% dal carbone e il 21% da gas naturale. Drammatica anche quantità di acqua necessaria, pari all’uso che ne farebbero 300 milioni di persone dell’Africa subsahariana. Enorme, quindi, l’impronta ambientale in termini di emissioni di carbonio, equivalente a 190 centrali elettriche a gas naturale, per compensare le quali sarebbe necessario piantare 3.9 miliardi di alberi, il 7% della foresta amazzonica.
Le criptovalute hanno assunto un ruolo importante nell’economia mondiale, in particolare nei mercati finanziari e nel trading. Nonostante alcuni momenti di svalutazione, la loro produzione (e il processo di minino) continua a crescere, concentrata in particolare in Cina. Quest’anno, in particolare, i Bitcoin hanno continuato a crescere raddoppiando il loro valore e superando i 34.000 dollari (+106% dall’inizio dell’anno): un dato particolarmente allarmante per l’ambiente.