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17 Marzo 2023 | Attualità, Economia

Per il governo l’Italia ha conseguito tutti i target Pnrr 2022. Adesso si passa all’attuazione degli investimenti

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato il conseguimento di tutti gli obiettivi previsti dal Pnrr per il biennio 2021-2022.  Per il 2023 sono 96 i target da centrare. Per l’avvio della fase di realizzazione delle infrastrutture malumori nelle Pa a causa delle novità di legge.

Gli obiettivi previsti dal Pnrr per il 2021-2022 sono stati tutti conseguiti. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: 151 sui 527 in programma fino al 2026. Quest’anno invece bisogna conseguirne altri 96, di cui 27 nel primo semestre e 69 nel secondo. A differenza del primo biennio, durante i quali si è trattato solo di stilare riforme strutturali, adesso parte la fase di realizzazione delle opere infrastrutturali e dei programmi di transizione energetica che l’Unione europea ha varato per far ripartire l’economia dopo la crisi innescata dall’emergenza sanitaria prima e dalla guerra nel cuore dell’Europa poi. Dall’Ue in favore dell’Italia sono arrivati, a oggi, 66,9 miliardi di euro, poco meno di un terzo del totale dei 191,5 previsti. Lo scorso dicembre è stata avanzata la richiesta per l’erogazione di altri 19 miliardi, che potrebbero essere erogati entro maggio.

Ondata inflazionistica e piano da aggiornare

Il titolare del Mef Giorgetti, in audizione in Senato di fronte alla Commissione Bilancio, ha espresso soddisfazione per lo stato di avanzamento dei fondi Pnrr ma ha anche evidenziato l’urgenza di aggiornare il piano alla luce delle nuove contingenze economiche scaturite dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’ondata inflazionistica che ne è derivata ha fatto registrare l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime tali da rendere obsoleti i piani finanziari redatti per alcuni programmi di spesa previsti dal Pnrr. Il ministro Giorgetti ha sottolineato che le condizioni di partenza di tipo economico-finanziario “oggi purtroppo sono stravolte, è un problema che riguarda tutti gli altri Paesi Ue, i quadri economici non sono più corrispondenti alla realtà” e ha specificato che “un aggiornamento del piano rispetto alle condizioni date credo sia necessario e indubbio da parte di tutti”. Quanto alla possibilità che si possa andare oltre il 2026 con l’attuazione del Pnrr, paventata da alcuni membri della Commissione, Giorgetti ha replicato: “Non so se questo sia possibile, ma è certo che rispetto al momento in cui questi piani sono stati redatti è successo qualcosa che ha mandato in tilt l’intero sistema economico, non solo al livello europeo.”.

Il sistema ReGiS: unica infrastruttura informatica per invio dati e monitoraggio investimenti

Il sistema di governance del Pnrr è stato rivisto dal decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 con l’obiettivo di potenziare il presidio sui processi di attuazione del Piano e monitorare il rispetto delle scadenze di conseguimento di obiettivi e traguardi concordati con la Commissione europea. Le innovazioni apportate dal decreto-legge riguardano in particolare le Unità di missione Pnrr presso i Ministeri nonché le strutture di governo strategico e di presidio tecnico-operativo del Piano, istituite, rispettivamente, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Mef, il cui raccordo è stato rafforzato e consolidato. Vi sono, inoltre, misure volte a rendere più robusti i processi di monitoraggio degli interventi e a facilitare le procedure di gestione finanziaria, nonché a razionalizzare e semplificare le procedure di controllo. Il monitoraggio dell’attuazione del Pnrr è stato demandato in via prioritaria alla Ragioneria generale dello Stato. Nel medio periodo l’obiettivo del Governo è quello di giungere, ha spiegato Giorgetti, “a un’unica infrastruttura informatica al fine di garantire il rispetto del principio di unicità dell’invio dei dati, tenendo conto delle peculiarità del sistema ReGiS che, grazie alla sua architettura modulare e inter-operabile con le principali banche dati nazionali, è disegnato in linea con i processi amministrativi di programmazione, attuazione, gestione contabile, rendicontazione e controllo”.

Cosa spegne l’ottimismo sul Pnrr

La nuova governance del Piano, prevista nel decreto-legge, ha l’obiettivo di “rispondere in modo migliore alle aspettative” a fronte di una situazione che è completamente cambiata rispetto a quando il Piano è stato scritto”. Lo ha affermato il ministro che ha poi spiegato che gli investimenti, per i pilastri della transizione ecologica e digitale del Piano e per gli obiettivi orizzontali, implicano l’attuazione a livello territoriale dei progetti in una tempistica stringente che “obbliga a uno sforzo notevole le pubbliche amministrazione” la cui capacità di spesa “viene messa a dura prova“. Secondo Giorgetti nei prossimi mesi sarà necessario accelerare l’attuazione degli investimenti previsti nel Pnrr. “L’impianto delineato nel provvedimento, già ampiamente illustrato e condiviso con le Istituzioni europee, si limita ad aggiornare la governance del Piano alla luce dell’esperienza acquisita nella prima fase di attuazione, tenendo conto in particolare – ha precisato il Ministro – del fatto che nei prossimi anni si dovrà procedere in maniera più approfondita nell’attuazione degli investimenti rispetto alle riforme, che sono ormai in una fase avanzata di realizzazione”.

di Luisa D’Elia

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