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28 Marzo 2007 | Attualità

Petruccioli: “Basta reality sulla Rai”. Ma non solo…

I reality show sono ormai al capolinea, hanno dato tanto alla televisione ma la stagione va considerata conclusa. La frase non è di un critico televisivo davanti all’ennesimo flop annunciato (il reality show “Un, due, tre…stella”). Lo ha detto il presidente dell’azienda radiotelevisiva pubblica, Claudio Petruccioli, in apertura dei lavori di oggi del Consiglio di amministrazione. Basta reality e a situazioni paradossali in tv. “Eliminare già dalla programmazione del prossimo anno i reality”, così da poter intervenire meglio e con maggiore efficacia anche su altre fasce della programmazione Rai, come quella pomeridiana. Imperativo categorico è quello di ridare qualità alla tv di servizio pubblico. Petruccioli vuole ripartire da Sipra e Raicinema evitando blocchi. Evitare, insomma, che il blocco del Cda avvenuto con la spaccatura sulle nomine dell’8 marzo diventi permanente e irreversibile. Si riparta da Sipra e Raicinema che sono ‘”le due decisioni più impegnative da prendere nell’ambito del rinnovo degli organi e delle cariche di tutte le società in scadenza nei prossimi 30/40 giorni”. Più spazio alla cultura e a Raieducational. “Penso che si debba dar vita ad una nuova Direzione editoriale dedicata alla Cultura che assorba l’attuale Raieducational che ha svolto un importantissimo lavoro di preparazione al salto che oggi dobbiamo fare. Questa Direzione dovrebbe ovviamente avere, a cominciare già dal prossimo bilancio, risorse più consistenti di quelle di cui dispone oggi Raieducational”. Ripensare alla seconda serata dei tre canali Rai. “Va riconsiderata, anche per trovare spazi per una maggiore offerta culturale, l’organizzazione e la caratterizzazione di alcune fasce di programmazione. Penso innanzitutto alla fascia preserale, essenzialmente sulla rete 2; poi alla fascia di seconda serata che, invece, sia pure in modo diverso, va riesaminata per tutte le tre reti. Per Rai1 questo Cda si e’ già pronunciato per una maggiore differenziazione e pluralità dell’offerta. Per Rai2, la seconda serata va resa meno occasionale, più sistematica e coerente, per riaprire un dialogo e cercare di conquistare la fedeltà di un pubblico oggi troppo discontinuo rispetto alle abitudini di ascolto. Per Rai3 sembra oggi arduo proporre una vera identità di seconda serata, a causa della forte crasi che si crea tra i flussi di pubblico della programmazione di prime time, la tripla parentesi informativa (TG3, TGR, Primo Piano) e la programmazione successiva, più terza che seconda serata” In conclusione una considerazione sull’informazione politica nei tg . “Infine l’informazione politica nei telegiornali. A rigore, qui, non si tratta di dettare indirizzi editoriali, anche perchè va rispettata la responsabilità e l’autonomia dei direttori, dei giornalisti, delle redazioni. Però anche noi dobbiamo dire la nostra e prenderci le nostre responsabilità. Se non proprio tutti, tanti criticano l’informazione oggi fornita. Anche noi non siamo soddisfatti e continuiamo a ripeterlo. Penso, però, che si giri intorno all’ostacolo senza affrontarlo. Se facciamo il confronto con tutti gli altri paesi ai quali possiamo assimilarci, la differenza salta all’occhio. Solo in Italia l’informazione politica e’ corredata abitualmente e d’obbligo da un florilegio di dichiarazioni di tutte le forze politiche”. Il Consiglio di Amministrazione della Rai, dopo aver ascoltato le comunicazioni del Presidente, ha deciso di trattare le tematiche proposte dal suo intervento nella riunione della prossima settimana.

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