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1 Maggio 2022 | Ambiente, Attualità, Innovazione

Plogging voce del verbo correre per l’ambiente

Sport e ambiente, binomio che coniuga due aspetti fondamentali per il benessere delle persone: l’attività fisica e il contatto con la natura. È questa la mission del primo Giro d’Italia di plogging che fa correre e camminare raccogliendo materiali differenziabili. Oltre 50 gruppi diffusi lungo tutto lo Stivale, da Pordenone a Cagliari, hanno aderito a questa lodevole iniziativa che giova al corpo, alla mente e all’ambiente.

Il plogging è un neologismo formato dall’unione di “plocka upp” (in svedese “raccogliere”) e “jogging”. La raccolta di rifiuti dispersi nell’ambiente mentre si passeggia o si corre in un’area verde, che può essere un bosco ma anche semplicemente un parco cittadino è diventata ormai una tendenza sportiva globale.

Le origini

Fu un’idea dello trail runner svedese Erik Ahlström, allenatore e storico ambasciatore del brand Salomon, che nel 2016 a Stoccolma ideò questo particolare sport ecofriendly. Il nobile scopo che è alla base di questa nuova disciplina è il motivo per cui si sta diffondendo in tutto il mondo, attraverso eventi che raccolgono sempre più adesioni da parte di persone di ogni età, in particolare tra gli appassionati di running. Basti pensare che a Città del Messico è stato segnato il record di plogging, con ben 4000 persone che si sono riunite per svolgere questa attività in una sola giornata.

Il successo del plogging

Tante iniziative simili sono nate così in diverse parti del mondo e d’Italia. La Keep Clean and Run, una corsa lungo montagne, città e coste dello Stivale, ideata dal divulgatore ambientale Roberto Cavallo. Sensibilizzare sull’invasione della spazzatura che finisce poi nei mari. Anche il runner Massimo Confalonieri ha iniziato a condividere sui social le sue corse quotidiane indossando un guanto in lattice con il simbolo del suo gruppo #corrocolguanto.

Su Instagram l’hashtag #plogging conta oltre 252mila post. Brasile, Giappone, Germania, Francia, Finlandia, Messico, Portogallo, Argentina, Nigeria, Ucraina, Spagna, Porto Seguro, Colombia, Turchia, Regno Unito, India, Russia, Svezia, Bielorussia, Canada, Australia, Malesia e tanti altri i paesi che su IG fanno bella mostra degli scatti pieni di gratitudine e soddisfazione per l’ampia partecipazione.  Un numero che continua a crescere e che diventerà sempre più popolare anche in Italia dopo il #giroitaliaplogging2022 perché quando ognuno decide di fare la sua parte, pur piccola che sia, il cambiamento è già in atto.

Le tappe del Giro

“Come è bello fare plogging da Trieste in giù” è l’inno che accompagna le 46 tappe in altrettante domeniche (il 1 maggio toccherà a Torino). Aperta a tutti gli amanti dell’ambiente e del fitness la carovana verde culminerà il 27 novembre a Cagliari. Runner e camminatori possono iscriversi accedendo alla pagina Fb ufficiale che conta circa 1000 adesioni. A questo link la pagina si aggiorna continuamente con nuove partecipazioni gratuite, volontarie e prive di vincoli perché – come si legge nella presentazione dell’iniziativa – a vincere in questo Giro, sarà l’Italia intera.

Guanti, sacchetti, pinze, passione e una buona dose di fantasia gli strumenti utilizzati per riempire l’Italia di bellezza. A Reggio Emilia il 5 giugno ci saranno carriole mentre a Capri il 19 giugno mamme con passeggini per trasportare i sacchetti pieni di rifiuti. Alla fine di ogni domenica verrà piantato un albero autoctono con una targa riportante: «Da qui è passato il buon esempio – Giro d’Italia di Plogging 2022».

I benefici del plogging per gli oceani

HuffPost afferma che oltre l’80% dei rifiuti di plastica che finiscono per inquinare gli oceani proviene dalla terra. Pertanto ridurre l’uso della plastica cercando attivamente alternative innovative contribuisce drasticamente alla riduzione dell’inquinamento degli oceani. Il plogging è una tra le alternative possibili che va proprio in questa direzione: ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti di plastica in terra e in mare. A tal proposito è appena salpato M.A.R.E (Marine Adventure for Research & Education), un progetto del Centro Velico Caprera sviluppato in collaborazione con One Ocean Foundational che pone al centro del proprio studio la salute del mare. One, un catamarano a vela di 45 piedi, attrezzato come un piccolo laboratorio, è salpato da La Maddalena il 29 aprile e navigherà in tutto il Tirreno toccando 23 Aree Marine protette e 2 zone di interesse, effettuando analisi, misurazioni e monitoraggi. Un “plogging del mare” in un certo senso, patrocinato dalla Marina Militare, dal Ministero della Transizione Ecologica, dalla Guardia Costiera e dalla Regione Sardegna.

di Luisa D’Elia

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