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22 Dicembre 2006 | Innovazione

Povere notizie online (dalla redazione di QuoMedia)

I giornalisti sul web sono tanti, non tutelati, e hanno molti più lettori della carta stampata. Manca solo la pubblicità.  La redazione di QuoMedia aderisce oggi allo sciopero dei giornalisti. Noi giornalisti che lavoriamo nei nuovi media siamo in una condizione molto diversa dai colleghi della tv e della carta stampata. Il nostro settore è nato da poco e non abbiamo una storia da difendere o a cui fare riferimento. Il mercato italiano dell’editoria sul web non ha inserzionisti pubblicitari maturi. La colpa è spesso delle concessionarie e dei centri media che non sanno evolversi, o non hanno interesse a farlo. E’ molto frequente che per motivi personali chi deve pianificare non si occupi dell’interesse dei clienti, ma si affidi agli editori tradizionali dai quali ottiene compensi di ogni genere. Non esistono sul web giornali che vivono solo di quello che guadagnano.Eppure sul web ogni giorno i giornali online hanno tre volte i lettori dei giornali stampati. Per ricavare l’equivalente di una pagina di pubblicità pubblicata su una rivista specializzata con poche migliaia di lettori, un giornale su internet deve avere centinaia di migliaia di utenti unici. Non c’è un vero motivo. E’ solo un problema culturale. Di fatto, il mercato è come se dicesse che il nostro lavoro vale 100 volte meno di quello dei colleghi della carta stampata. Questo non solo non è vero, ma in molti casi è vero esattamente il contrario. A differenza della stampa tradizionale i posti di lavoro e i lettori su internet crescono. E potrebbero crescere ancora di più, se si creasse un nuovo mercato che oggi ha diciotto milioni di lettori al giorno e una manciata esigua di investitori. Si avrebbero così anche contratti stabili. Ma non succede. Si difendono gli interessi e i privilegi di pochi senza pensare che il mercato cambia, che c’è un problema culturale da affrontare, quello degli investimenti sui nuovi media, che andrebbe a beneficio non solo della categoria, ma di tutto il settore dell’editoria.

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