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31 Gennaio 2023 | Ambiente, Innovazione

Premiata a Davos la startup italiana che porta Internet in fondo al mare

Lo spin-off della Sapienza di Roma per le comunicazioni subacquee spicca al World Economic Forum per aver aperto la strada all’Internet of Underwater Things. Una soluzione in più per la lotta al cambiamento climatico.

L’Italia al World Economic Forum di Davos 2023 si è distinta come eccellenza internazionale nell’ambito della protezione dell’ambiente oceanico. Nel corso del prestigioso evento economico, è stata premiata con il riconoscimento “Ocean Data Challenge” la startup romana WSense. La società di reti e comunicazioni subacquee wireless è uno spin-off della Sapienza Università di Roma. Per trasferire dati attraverso l’acqua, utilizza tecniche brevettate di onde acustiche, prendendo ispirazione dal modo in cui comunicano i delfini. 

A WSense, unica realtà italiana premiata, è andato il riconoscimento di “top innovator” nella sessione “The Earth Data Revolution” per aver aperto la strada all’Internet of Underwater Things. In altre parole, la sua tecnologia all’avanguardia porta Internet nelle profondità dei mari per la raccolta di big data. E la portata di questo passo consiste nell’avere un efficace strumento in più per la lotta al cambiamento climatico.

WSense oggi conta su un team di oltre 40 dottori di ricerca, ingegneri e ricercatori con uffici in Italia, Norvegia, Regno Unito. Alla sua guida, Chiara Petrioli del dipartimento di Ingegneria informatica automatica e gestionale, che ha commentato: “Il World Economic Forum di quest’anno ha sottolineato come anche i protagonisti dell’economia mondiale vedano il cambiamento climatico come il maggior rischio a breve termine per l’umanità. Siamo di fronte al dramma dell’inquinamento marino, delle sostanze chimiche, della plastica e delle microplastiche. Il monitoraggio degli oceani o dei mari chiusi come il Mediterraneo, è fondamentale per comprendere il ruolo degli scambi di calore tra acqua e atmosfera in quanto l’oceano assorbe circa un terzo della CO2 prodotta dalle attività antropiche. 

Petrioli ha concluso, sottolineando il valore dell’attività di WSense: “Purtroppo, oggi ci sono ancora troppo pochi dati informati in tempo reale, specialmente in acque profonde. Il nostro sistema promette di far luce su un’area del nostro pianeta di cui sappiamo meno della nostra conoscenza dello spazio”.

Di Valentina Colombo.

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