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24 Marzo 2007 | Attualità

Protesta con Telecom e gli mandano gli spioni

Si era lamentato con Telecom per il modem che non funzionava. E siccome non risolvevano la situazione ha mandato una lettera a Marco Tronchetti Provera. Risultato: il modem glielo hanno sistemato, ma hanno iniziato a spiarlo. Sembra incredibile, ma è solo una delle tante cose incredibili di questa vicenda Telecom e spioni.  Dino Fialdini, ragioniere massese di 69 anni, dipendente regionale in pensione, grande esperto di modellismo e minimoto, è venuto a sapere di essere una delle migliaia di persone ‘spiate’, grazie a una giornalista che ha lavorato al servizio di ‘Report’ in onda domani alle 21.30 su RaiTre. ”All’inizio del 2004 – racconta Fialdini – scrissi una lettera a Tronchetti Provera spiegandogli che ero azionista della ‘Telecom’ e annunciandogli che mi sarei presentato alla prima assemblea utile per denunciare il comportamento dell’azienda che mi aveva spedito diversi modem, tutti non funzionanti, per la connessione Internet”. Passano pochi giorni e nella sua abitazione di Massa si presentano alcuni tecnici ”che risolsero il problema della connessione Internet”. Fialdini, a quel punto, era convinto che la cosa fosse finita. ”Poco tempo fa – prosegue il pensionato massese – mi ha contattato una giornalista che aveva trovato il mio nome nell’ordinanza del Tribunale di Milano relativa all’inchiesta sulle indagini illegali”. Solo cosi’, Fialdini e’ venuto a sapere che ”nel febbraio del 2004 la Telecom aveva incaricato la ‘Sra’ di Londra, una delle societa’ investigative facenti capo a Emanuele Cipriani, di ‘spiarmi’, con una spesa di quasi quattordicimila euro” Questo fatto dà corso all’ipotesi che almeno alcune attività spionistiche fossero effettivamente fatte da Telecom allo scopo di creare un arete di protezione per Tronchetti Provera. Questo non ci dice però se lui ne fosse a conoscenza. L’intervista a Fialdini e ad altri spiati andrà in onda domani sera su Report, Raitre ore 21. E oggi si sono svolti nuovi interrogatori, al palazzo di Giustizia di Milano, per alcuni degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta sui dossier illegali. Il Gip Giuseppe Gennari ha ascoltato, per l’interrogatorio di garanzia, Antonio Vairello e Giuseppe Porcelluzzi. Entrambi hanno risposto alle domande del giudice. Vairello, ex sindacalista Alitalia ed “ex fonte Sisde” scrivono i magistrati nell’ordinanza di custodia, “di fatto investigatore privato sulla piazza di Roma”, e’ accusato di aver ricevuto “significativi importi su estero” da Marco Bernardini, gia’ indagato e che con le sue rivelazioni ha dato ulteriore slancio alle indagini, e da Gianpaolo John Spinelli, ex agente della Cia ora rientrato negli Stati Uniti, “per retribuire le fonti corrotte” e acquisire informazioni “presso le forze di polizia e presso i servizi di informazione e sicurezza dello Stato”. Vairello, secondo Bernardini, sarebbe stato ‘stipendiato’ con 6 mila euro al mese piu’ altri soldi “per notizie particolarmente riservate che procurava”. E su due conti in Svizzera a lui riconducibili sarebbero transitate ingenti somme di denaro, per diverse centinaia di milioni, poi girati alle fonti informative. Conti come “stazioni di passaggio” e’ scritto sempre nell’ordinanza “per retribuire i pubblici ufficiali corrotti”. Porcelluzzi, ex sottufficiale dei Ros dei Carabinieri, viene invece definito “collaboratore di Bernardini con compiti di reclutamento di personale in servizio presso le forze dell’ordine e gestione delle fonti informative presso le forze di polizia”. Secondo l’accusa “era in grado di fornire informazioni riservate di persone ovvero anagrafe tributaria, precedenti penali, beni di proprieta’, intestatari di veicoli” 

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