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22 Ottobre 2009 | Attualità

Rai: Bruno Vespa costa troppo

Il consiglio d’amministrazione della Rai ha deciso all’unanimità di rinviare il rinnovo del contratto di Bruno Vespa. La motivazione, a quanto si apprende, è economica: secondo l’accordo attuale, firmato nel 2005 per tre anni, con un’opzione fino al 2010, Bruno Vespa percepisce un minimo garantito di 1 milione 187 mila euro all’anno come ideatore, autore e conduttore di Porta a porta. Cifra che, nel nuovo contratto, si diceva potesse salire a 1 milione 600 mila euro. Il contratto è stato bloccato perché, come sottolineato in alcuni interventi, non è coerente con la situazione generale dell’azienda (un rosso di bilancio di circa 600 milioni entro il 2012) ed è in contraddizione con la conseguente necessità di contenere i costi. A sollevare il problema del contratto del conduttore di Porta a Porta è stato un consigliere della maggioranza , Angelo Petroni, che ha trovato l’appoggio di Nino Rizzo Nervo (Pd).   Mi pare giusto che il Cda della Rai abbia chiesto un approfondimento su tutti i contratti da rinnovare e non soltanto sul mio – ha replicato Vespa – Si potrà così constatare che alcuni elementi del mio contratto risalgono al 2001 e altri al 2004. Se si pensa che quando entrerà il vigore il prossimo contratto l’inflazione del decennio sarà intorno al 22%, sarà più facile ragionare”. Poi il conduttore si dice dispiaciuto che ” le fughe di notizie riguardino sempre e solo il mio contratto. Mi dispiace che si dimentichi che nel 2001 il direttore generale Cappon stabilì lui la cifra, calcolando il 15% in meno di quanto offerto a Gad Lerner e Fabio Fazio per due trasmissioni meno importanti che mai si fecero. Mi dispiace che non si pubblichino i contratti del compianto Enzo Biagi, il contratto precedente e quello attuale di Fabio Fazio, quello di Daria Bignardi e altri ancora. Io sono pronto a confrontarmi pubblicamente con tutti. Peccato che mi manchino gli interlocutori”.   Il Cda della Rai ha poi deciso di riportare RaiSat, finora società consociata, tutta dentro l’azienda di viale Mazzini. La decisione è maturata dopo il fallimento della trattativa con Sky e la logica è quella – come sottolinea il consigliere Rodolfo de Laurentiis – di operare un «passaggio ineludibile di riportare dentro l’azienda una struttura che serviva a Sky e che ora, con il digitale terrestre, garantisce i suoi canali in maniera free. Non aveva quindi senso tenere RaiSat in quella situazione”.

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