Non appena è entrato in vigore il nuovo regolamento per gli show radio-televisivi in periodo elettorale, che equipara trasmissioni a tema politico a vere e proprie tribune elettorali, sono scattate le proteste dei conduttori televisivi e delle associazioni per la libertà d’informazione. Vittima sacrificale della norma restrittiva sui talk show del piccolo schermo è la Rai , che ieri ha ufficialmente deciso di sospendere – fino al 28 marzo – i programmi a rischio sanzione. Michele Santoro è stato il primo a esporsi , accusando il governo e i vertici di Viale Mazzini di voler soggiogare l’informazione: “ Noi avevamo dimostrato di poter andare in onda senza ospiti politici – ha tuonato la mente di Annozero – Avevamo già fatto due trasmissioni senza di loro, una delle quali aveva avuto uno dei risultati migliori contro il festival di Sanremo, l’altra ha sfiorato il 20%, la scorsa settimana. Quindi semmai sono i politici ad aver bisogno di noi” B runo Vespa, costretto a chiudere il salotto di Porta a porta per un mese, attacca invece Santoro , accusandolo di indisciplina e di essere per questo una delle cause della scelta del Cda Rai. “Ma noi ci battiamo anche per lui” ha aggiunto l’accusato. Sul piede di guerra anche Giovanni Floris , che stasera non andrà in onda con Ballarò “Si sarebbe parlato del rapporto tra corruzione, politica e moralità e, come conseguenza di ciò, della relazione tra economia e politica” ha spiegato il giornalista, che ha invitato cittadini e telespettatori a protestare di fronte ai cancelli degli studi Rai di Via Teulada, a Roma. “Inorridito” anche Luca Barbareschi , parlamentare esponente del Pdl (fazione che ha fortemente voluto la messa in vigore del nuovo regolamento): “Questa mattina ci siamo risvegliati in una dittatura, degna della Birmania. Uno scempio inaccettabile, quello della cancellazione dei programmi tv con contenuto politico. Mi viene da chiedere ai soloni che si sono inventati questa robaccia di spiegare cosa sia esattamente configurabile come contenuto politico” ha detto il conduttore di La7. Nel frattempo, Articolo 21 ha annunciato una trasmissione di protesta contro il provvedimento restrittivo sulla par condicio per il 25 marzo, idea lanciata dallo stesso Michele Santoro.
Rai, proteste e turbillon da par condicio

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