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5 Dicembre 2008 | Economia

Rapporto annuale Censis: internet cresce ma la tv resiste

Il rapporto annuale Censis sul tema Comunicazione e Media analizza utilizzo e percezione dei media da parte delle varie fasce di età degli italiani a confronto con i principali paesi europei. Il quadro che ne emerge è quello di un paese che va sempre di più verso l’utilizzo di canali di comunicazione alternativi e sofisticati (la tv digitale terrestre a scapito della tv tradizionale, programmi sofisticati degli smartphone sempre più in uso rispetto alle funzioni canoniche). Inoltre sempre più giovani e individui istruiti utilizzano internet p er informarsi e crearsi un’opinione . La televisione resta comunque il mezzo di informazione prevalente , ma se sono in pochi a considerarla inutile, sono molti quelli che la considerano volgare e generatrice di fobie sociali. Di seguito i risultati principali: Quale utilizzo di quali media nella rivoluzione digitale? La televisione tradizionale generalista è seguita dall’85,6% degli italiani (in Europa le percentuali sono del 91% per i cittadini francesi, 79,3% per gli inglesi e 49,7 per i tedeschi). Ma gli italiani non guardano solo la televisione tradizionale: il 20,6% guarda abitualmente la tv satellitare e il 7,7% usa il digitale terrestre. Riguardo all’utilizzo di smartphone, gli italiani ne fanno un uso delle funzioni basilari per il 41,6% dei casi, mentre li utilizzano per le funzioni più sofisticate per il 29,4%. Gli uomini (31,7%) utilizzano il cellulare di più rispetto alle donne (27,3%), e maggiormente se sono istruiti (37,7% tra i più istruiti contro il 20,2% tra i meno istruiti). Leggono i quotidiani acquistati in edicola poco più del 50% degli individui, mentre circa il 18% legge la free press. Soffermiamoci sulla fascia giovanile. Tra il 2003 e il 2007, nella fascia tra i 14 e i 29 anni, i giovani italiani hanno utilizzato internet in una proporzione crescente dal 61% all’83%, con un uso abituale passato dal 39,8% al 73,8%. L’utilizzo del telefonino è abitudine praticamente di tutti i giovani (97,2), la lettura di almeno un libro all’anno, esclusi i libri scolastici, è praticata dal 74,1% dei giovani, mentre la lettura di più di tre libri l’anno avviene nel 62,1% dei casi. Il 77,7% dei giovani italiani legge almeno un quotidiano acquistato in edicola o free press nella frequenza di un o due volte la settimana (nel 2003 era il 59,9%), ne leggono invece almeno tre alla settimana il 57,8%. I giovani, dal 2003 al 2007, hanno guardato meno la televisione tradizionale (dal 94,9% al 87,9%) per guardare di più la tv satellitare (dal 25,2% al 36,9%). La tv generalista è vecchia? A pensarlo è il 28,8% degli italiani, il 37,4% degli spagnoli, il 31,6% dei francesi, il 31% degli inglesi ed il 18,9% dei tedeschi. La volgarità della televisione generalista è considerata quale difetto peggiore per l’86,8% degli spagnoli e il 73,1% degli italiani. I Tg sono troppo legati al potere politico? Lo pensa l’82,6% degli spagnoli, l’82,5 degli italiani, il 69,9% dei francesi, il 49,5% degli inglesi e il 40,1% dei tedeschi. Quanto i Tg sono rispettosi del pluralismo? Solo per il 30,7% degli spettatori in Italia, 4,5% in Spagna, 55,3% in Francia, 61,2% i G.B e 64,2% in Germania.     Attraverso quale canali si informano gli italiani? In Italia esistono a livello locale 538 televisioni, 1.244 radio, 133 quotidiani regionali e provinciali. Il 35% degli individui si informa prevalentemente attraverso il Tg regionale della Rai, il 25% attraverso quotidiani locali, il 15,4% attraverso tv e radio locali, l’11,9% attraverso i quotidiani nazionali.     Come ci si forma un’opinione politica in campagna elettorale? Per mezzo della televisione nel 78,3% dei casi, con carta stampata nel 20,8%, parlando e discutendo con i propri cari nel 16,7%, partecipando direttamente a incontri, comizi o assemblee nel 9,8%, discutendo con amici e colleghi nel 9,2% e attraverso internet nel 7,6%. Quanto il potere politico e i media sono in rapporto tra loro? Nell’ultima legislatura ci sono stati 64 deputati giornalisti (quarta professione presente in camera dopo avvocati, dirigenti e imprenditori e in prima posizione funzionari di partito) e 28 giornalisti al Senato (sesta professione presente in Senato) stime che parlano della presenza totale di un giornalista ogni 10 parlamentari. Quanto i cittadini si fidano dei media? La stampa riscuote una fiducia del 36% (valore medio europeo 44%), la tv del 35% (in Europa 53%), la radio del 42% (61% per gli europei) e internet per il 35%.      I media influiscono nella fabbricazione di paure sociali? Il 25,6% dei cittadini di dieci metropoli del mondo considerate da Censis crede che la paura sia un sentimento derivante dal fatto che giornali e media ne parlano in continuazione, il 20,4% crede che il circuito informativo mediatico causi insicurezza, il 29,6% pensa che i politici siano i maggiori responsabili di tali sentimenti. Se analizziamo la città di Roma, scopriamo che il 47,8%  degli individui da la colpa ai media, il 28,6% alla politica, il 7% ai terroristi. I media sono i tra i maggiori responsabili della paura sociale anche a Parigi (27%) e a New York (22,2%), mentre la politica è responsabili al 31,9% a Parigi, al 49,9% a san Paolo, al 37,3% a Tokyo e al 23,8% a Mosca

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