Nessun segnale di ripresa per Rcs Mediagroup , che nel trimestre estivo non ha registrato miglioramenti nella raccolta pubblicitaria e negli investimenti sulle sue testate. A ribadire la crisi del colosso editoriale è Pietro Scott Jovane, ad della compagnia. “Noi non osserviamo particolari segnali di ripresa. Se qualche altro competitor li ha visti questo è importante per il mercato – ha detto nel corso di un intervento pubblico – . Noi continuiamo ad avere la sensazione che il mercato della raccolta pubblicitaria di quotidiani e periodici, se dovesse ripartire lo potrebbe fare un po’ più avanti e non adesso”. I tagli e gli adeguamenti alla struttura hanno comunque consentito di allinearsi al piano di ristrutturazione , evitando ulteriori perdite, ma gli ostacoli da superare per stabilizzare la situazione del gruppo sono molti: secondo Jovane, serve “maggior coesione possibile” da parte dei grandi azionisti di Rcs, mentre resta da discutere la vendita degli immobili di via Solferino. E, anche se non menzionati, vanno riassestati i rapporti con i lavoratori, sul piede di guerra per dismissioni e licenziamenti.
Rcs Mediagroup ancora in debito d’ossigeno

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