Il videogioco “Rule of Rose”, osteggiato dall’Italia tanto che si è proposta la creazione di un’authority che vigili sulla diffusione di videogiochi, è diventato anche l’oggetto di una bacchettata di Viviane Reding, commissario europeo alla Società dell’informazione e i Media, nei confronti del collega italiano Franco Frattini responsabile della Giustizia. La Reding ha reagito con disappunto alle parole di Frattini che, in una lettera inviata ai ministri degli Interni dei 25 stati membri dell’Ue, ha definito il videogioco “osceno, brutale e perverso” e chiedeva una verifica dei controlli relativi alla violenza nei videogiochi. La Reding ha chiesto al collega di osservare in futuro una maggiore attenzione circa i suoi atti ufficiali e gli ha ricordato che in Europa, dal 2003, vige il sistema di autoregolamentazione Pan European Game Information (Pegi), capace di proteggere i ragazzi da prodotti per adulti senza ricorrere a metodi censori. “Questo è in linea con la politica della Commissione – prosegue la lettera della Reding – che ritiene che le misure adottate per proteggere i minori e la dignità umana debbano essere attentamente bilanciate con il diritto fondamentale alla libertà di espressione, come definito nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea”. Il Pegi aveva giudicato “Rule of Rose” è adatto ai maggiori di sedici anni. I genitori, quindi, sono avvisati dall’etichetta che campeggia sulla confezione. Il problema semmai è il download illegale in rete, non l’autorizzazione a commercializzare il videogioco con le dovute precauzioni. In Europa il gioco è distribuito da 505 Games che ha però annunciato che il titolo non sarà per ora disponibile in Gran Bretagna.
Reding bacchetta Frattini su “Rule of Rose”

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