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2 Agosto 2007 | Economia

Rete Telecom: Gentiloni, “No a società quotate in Borsa”

Il collocamento in Borsa di una società che gestisca la rete Telecom è un’opzione sul tappeto ma comporta anche dei rischi. Lo dice il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni in un’intervista all’Espresso, che sarà in edicola da domani e che possiamo già anticipare. L’idea di un ricorso al mercato, con una società delle reti che va in Borsa, “è un’opzione sul tappeto. Ma è una soluzione che rischia di prolungare un’incertezza che dura da un anno e che una societarizzazione della rete con quotazione in Borsa prolungherebbe ancora. Adesso, con il closing della cessione di Olimpia, Telecom ha bisogno di stabilità”, dice Gentiloni. Il ministro ricorda che Telecom Italia e l’Authority per le Telecomunicazioni hanno avviato un negoziato, che nelle attese dovrà concludersi entro l’anno, per individuare le soluzioni più efficaci a garantire una maggiore apertura della rete fissa di accesso a soggetti terzi. “L’ipotesi è quella di una società distinta a cui conferire la rete. Ma questo non basta. Bisognerà trovare nuove regole di accesso dei diversi operatori alla rete separata. Telecom chiede la cancellazione totale delle asimmetrie? È chiaramente una posizione negoziale: si arriverà a riformularle, mai a cancellarle”, dice il ministro. E della costruzione della rete di nuova generazione, la banda larga, chi se ne occuperà? “Per la rete di prossima generazione servono investimenti dell’ordine di almeno un miliardo l’anno per i prossimi anni. Sia Telecom che Fastweb sono in grado di farvi fronte, anche con altri operatori. Anzi, potrebbero cooperare, come è accaduto in Francia, per costruirla. Ma tutto dipende dal meccanismo regolatorio che garantirà la remunerazione dell’investimento” Parlando dell’assetto proprietario di Telecom, Gentiloni dice di non credere a un’opa di Telefonica, ipotesi ventilata dal presidente del gruppo spagnolo Cesar Alierta in una recente intervista. “Non mi sembra una prospettiva realistica. Penso che la dichiarazione di Alierta fosse una rassicurazione ai propri azionisti e ai mercati sull’importanza dell’investimento in Italia”, dice il ministro, per il quale il governo non dovrebbe occuparsi più di tanto della vicenda. Telefonica è entrata nel capitale di Telecom nell’ambito del riassetto azionario in cui il Pirelli ha ceduto il controllo alla finanziaria Telco. Quando l’operazione sarà perfezionata, Telefonica avrà il 43% di Telco, che a sua volta controllerà il 23,6% di Telecom. Soci di Telefonica in Telco saranno Mediobanca, Intesa SanPaolo e Sintonia, la holding della famiglia Benetton che raggruppa le partecipazioni in imprese che operano nel settore delle infrastrutture.

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