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17 Dicembre 2023 | Attualità

Riaperta la stanza segreta di Michelangelo a Firenze

Dopo quasi 50 dal suo ritrovamento, avvenuto nel 1975, riapre al pubblico la stanza segreta di Michelangelo. Si tratta di un piccolo ambiente contenente una serie di disegni attribuiti al Buonarroti a cui si accede dalla Sagrestia Nuova, all’interno del Museo delle Cappelle Medicee.

La stanza era stata dimenticata per anni e finora non era mai stata visitabile. Si pensa che Michelangelo Buonarroti vi avesse abitato di nascosto per alcuni mesi nel 1530 e che l’avesse utilizzata per abbozzare alcune sue opere sui muri.

La stanza è lunga 10 metri e larga 3, con una volta dall’altezza massima di 2 metri e mezzo. Fino agli anni Cinquanta la piccola stanza era stata usata come deposito di carbonella ma poi era rimasta inutilizzata, nascosta dietro a una botola in una stanza dove erano stati accatastati mobili vari. I disegni murali, di dimensioni varie e a volte sovrapposti tra loro, emersero durante i lavori di pulitura, sotto due strati di intonaco.

Sulle pareti della stanza ci sono studi di figure intere, ma anche schizzi più o meno sommari di parti anatomiche, profili di volti e figure umane in varie pose. Furono realizzati con carboncino e sanguigna, un’ocra rossa usata per fabbricare pastelli per il disegno, molto usata a partire dal Rinascimento. Dopo analisi e ricerche, ancora oggetto di studio da parte degli storici dell’arte, la gran parte di loro è stata attribuita proprio a Michelangelo.

L’apertura sarà fatta in via sperimentale e le prenotazioni resteranno aperte fino al 30 marzo. Le visite sono consentite per gruppi di massimo 4 persone alla volta, fino a un limite di 100 persone la settimana, in modo da proteggere i disegni e mantenere adeguate le condizioni conservative. Per salvaguardare i manufatti è necessario intervallare il periodo di esposizione alla luce a led a periodi prolungati di buio. La permanenza massima all’interno della stanza è di 15 minuti.

Il periodo di “auto-reclusione” del pittore

L’ipotesi è che Michelangelo si sia nascosto nella stanza tra la fine di giugno e la fine di ottobre del 1530 per sfuggire alle possibili persecuzioni da parte di Papa Clemente VII, appartenente alla famiglia fiorentina dei Medici. Nel breve periodo in cui i Medici erano stati cacciati da Firenze (dal 1527 al 1530) Michelangelo aveva infatti seguito la costruzione delle fortificazioni della città per conto del governo repubblicano. Secondo le ricostruzioni di Dal Poggetto, direttore delle Cappelle Medicee nell’anno del ritrovamento della stanza, dopo essere stato perdonato dalla famiglia Medici, Michelangelo tornò libero e riprese a lavorare a Firenze, per poi trasferirsi a Roma nel 1534.

Sempre secondo le ricostruzioni dell’ex direttore, gli schizzi vennero realizzati nel periodo di “auto-reclusione” di Michelangelo. In particolare, Michelangelo avrebbe utilizzato i muri della stanza per lo studio di alcuni suoi dipinti e sculture, oppure per disegni ispirati a opere d’arte preesistenti, come quello della testa del Laocoonte, che fa parte del celebre gruppo scultoreo conservato ai Musei Vaticani.

Fonte foto: www.bargellomusei.beniculturali.it

di Serena Campione

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