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22 Giugno 2024 | Attualità

Riciclo oli usati: l’Italia è leader in Europa

La gestione circolare degli oli usati in Italia è prossima al 100%, con un impatto positivo sull’ambiente e ricadute economiche e occupazionali favorevoli.

L’Italia è il primo Paese europeo nella raccolta e rigenerazione degli oli usati, con un tasso di circolarità prossimo al 100% e che continua a crescere, anche a livello economico, con un +12% dall’anno scorso a oggi.

A dirlo è il nuovo Rapporto di Sostenibilità 2023 del CONOU – primo ente ambientale nazionale dedicato alla raccolta e al riciclo di un rifiuto pericoloso, l’olio minerale usato – e alla sua filiera di raccolta e rigenerazione. Gli oli minerali usati, provenienti dal settore industriale e dalle officine, possono rappresentare una risorsa se smaltiti e rigenerati in modo corretto oppure, in caso contrario, una pericolosa fonte di inquinamento.

I dati riferiti all’Italia parlano di una gestione circolare molto incoraggiante, con 183mila tonnellate raccolte, quasi la totalità della quota raccoglibile; di queste, il 98% è stato avviato a rigenerazione grazie al lavoro dei 59 concessionari che, hanno ritirato l’olio presso 103mila produttori su tutto il territorio nazionale.

Un atteggiamento virtuoso con impatto positivo sull’ambiente e ricadute economiche e occupazionali favorevoli. Grazie al lavoro dell’ente, nel 2023 è stata evitata l’immissione in atmosfera di 127mila tonnellate di CO2 equivalente, gas responsabile dell’effetto serra, con una riduzione del 57% rispetto al sistema alternativo, che prevede la generazione di basi lubrificanti vergini, diesel e prodotti bituminosi. I dati relativi all’impatto su ambiente e salute parlano di circa 7 milioni di GJ di combustibili fossili consumati in meno, un miglioramento della qualità del suolo e un minore sfruttamento (90%), 60 milioni di metri cubi di acqua risparmiata, un beneficio in termini di incidenza di malattie dovute all’emissione di particolato inferiore del 92%.

Le attività del consorzio generano un impatto economico pari a 81,3 milioni di euro, con un aumento del 12% rispetto al 2022, e dà lavoro a 1.857 persone. La rigenerazione ha inoltre ha diminuito fortemente il fabbisogno di materie prime fossili Italia importate per circa 105 milioni di euro.

Fonte foto: www.lapresse.it

di Antonietta Vitagliano

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