Non si vedevano in Italia da 500 anni. Sono stati avvistati nei dintorni di Arezzo, sulle sponde del Tevere. La presenza del castori è positiva per l’ecosistema, aiuta a stabilizzare i cosi d’acqua e a proteggere le zone umide. Il castoro è inserito tra le specie protette indicate dalla Direttiva comunitaria Habitat.
Professione ingegnere ecosistemico
Il castoro è un agente di cambiamento per l’ecosistema. In particolare per le sue capacità di generare trasformazioni profonde sul paesaggio e sull’ecosistema, dovute principalmente agli effetti conseguenti alle attività di costruzione delle dighe e all’attività alimentare, condotta principalmente su piante legnose che abbatte rosicchiandoli alla base. Questo mammifero può causare effetti sia positivi sia negativi a livello ambientale.
Tra quelli positivi c’è l’azione di stabilizzazione dei flussi d’acqua e la creazione di nuove zone umide, che aumentano la diversità degli habitat e possono incrementare la biodiversità animale e vegetale. Mentre tra gli effetti negativi è possibile un indebolimento del reticolo idrico dovuto alle attività di scavo, con un aumento del rischio di inondazioni, e l’impatto sulla vegetazione delle sponde dei corsi d’acqua.
Da dove arrivano
Escludendo i castori dell’Italia centrale, introdotti illegalmente per mano dell’uomo, quelli presenti nel Tarvisiano e in Val Pusteria sono arrivati naturalmente per espansione delle popolazioni presenti nelle aree confinanti dell’Austria. È una dimostrazione del fatto che lo stato di conservazione delle popolazioni europee è decisamente migliorato negli ultimi decenni. Ciò significa che sarebbe bastato aspettare qualche decennio per vedere l’espansione naturale del castoro in Italia.
di Serena Campione