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2 Ottobre 2009 | Attualità

Santoro accusa, Vespa fa controcanto

La serata di ieri, in casa Rai, è stata decisamente movimentata. Prima Annozero , poi Porta a Porta, hanno fatto luce (ancora una volta) sull’affaire-escort. Alle 21.00 su Raidue, la coppia di escort Falcone-Montereale  racconta delle serate nella casa del presidente del Consiglio. Poco più di un’ora dopo, il nocciolo della trasmissione: in diretta da Bari, il collegamento con Patrizia D’Addario, la prostituta d’alto bordo che da mesi racconta della sua notte con Berlusconi (a magistrati e giornali stranieri). Ora anche la tv pubblica accoglie la verità della D’Addario, che dice di un “presidente molto affettuoso” ricorda la serie di ragazze attorno a Berlusconi e dice: “Sapeva che ero una escort” . Il sipario sulla trasmissione di Santoro, andata in onda nonostante la diffida dell’avvocato di Gianpaolo Tarantini e il parere contrario dell’Ufficio legale di Viale Mazzini (supportato dal direttore di Raiude Liofredi, uomo vicino al premier), cala praticamente qui. Giusto il tempo che le vignette di Vauro scorrano (troppo) velocemente e si chiami in fretta la fine del programma. Perché sulla rete ammiraglia comincia Porta a Porta, che dibatte (in diretta come per l’Abruzzo) proprio su Annozero: ‘Libertà o scandalo?’ si legge sullo schermo in studio, sopra un fermo immagine di Michele Santoro. Il conduttore di Raiuno fa le pulci al concorrente, ripropone stralci delle interviste passate su Raidue meno di mezz’ora prima, con sguardo severo e moralizzatore. In studio presenzia il mondo della politica nostrana: il ministro della Difesa La Russa, Donadi dell’Italia dei Valori e, transfuga ritardatario, il direttore di Libero Maurizio Belpietro, vero protagonista (escort escluse) della giornata di ieri. Il giornalista è stato prima a rapporto da Berlusconi, dettosi “indignato” per la messa in onda di Annozero, poi ospite da Santoro e infine su Raiuno, per partecipare alla prima ‘contro-trasmissione’ della storia della televisione italiana. Nello zapping serale in casa Rai, a conti fatti, si è parlato poco di libertà di informazione e pluralismo, abbastanza delle abitudini discinte del presidente del Consiglio, quasi per niente della pessima situazione di Viale Mazzini. Lo scontro politico attorno alla tv di Stato è rimasto sotto traccia, evidente ma mai esplicato. Così come il silenzio sul contratto di collaborazione di Marco Travaglio, che ancora non è stato firmato.

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