L’Italia raccoglie il testimone dal Principato di Monaco nella presidenza dell’ottava Conferenza delle Parti (Cop) dell’Accordo Pelagos per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo. Con la nomina dell’Italia è stato approvato il nuovo Piano di Gestione e il Piano di Lavoro dell’Accordo per i prossimi 6 anni (2022-2027) oltre al Piano di Azione per il prossimo biennio (2022-2023).
L’Accordo Pelagos per il Santuario dei mammiferi marini nel Mediterraneo del bacino corso-ligure-provenzale è stato sottoscritto nel 1999 da Italia, Francia e Principato di Monaco che si impegnarono a tutelare i mammiferi marini di ogni specie e il loro habitat, proteggendoli dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane. La zona è frequentata da una popolazione relativamente numerosa di mammiferi marini, attirati da un’elevata produttività primaria. Una stima grossolana indica la presenza di oltre 8.500 specie animali macroscopiche, che rappresentano tra il 4% e il 18% delle specie marine mondiali; si tratta dunque di una biodiversità rilevante, in particolare per il numero di predatori come i mammiferi marini, che si collocano al vertice della catena trofica, considerando che il Mediterraneo occupa soltanto lo 0,82% della superficie e lo 0,32% del volume degli oceani del mondo.
Malgrado l’intensa mobilizzazione della Comunità internazionale, il processo di declino della biodiversità non solo non si è arrestato, ma procede con ritmi allarmanti. La salute dei nostri mari è in serio pericolo; i devastanti impatti del cambiamento climatico, insieme agli effetti di un’eccessiva urbanizzazione e sovrasfruttamento dell’ambiente marino e costiero, come l’inquinamento marino in ogni sua forma, la pesca illegale e non regolamentata, l’introduzione di specie aliene invasive, sono i principali fattori della perdita di biodiversità marina e degli ecosistemi da cui dipende la stessa vita umana.
Per perseguire gli obiettivi prefissati i tre Paesi concordano di intensificare le attività contro l’inquinamento di qualsiasi origine che possa avere impatto sui mammiferi marini e sui loro habitat; a sopprimere progressivamente gli scarichi tossici derivanti da fonti a terra; a vietare la cattura o le intenzionali turbative dei mammiferi marini; a regolamentare e/o a vietare le competizioni di barche veloci a motore di qualsiasi tipologia; ad adeguare la normativa comunitaria in materia di pesca; a regolamentare le attività turistiche di osservazione dei cetacei (whale – watching).
Inoltre, i Paesi firmatari si impegnano a favorire programmi di ricerca scientifica e campagne di sensibilizzazione presso i vari utenti del mare, in particolare per quanto riguarda la prevenzione delle collisioni tra navi e mammiferi marini e la segnalazione di esemplari in difficoltà.
di Arman C. Mariani