Ore 9,30 di oggi: a Ozieri, in provincia di Sassari, è finita la tv analogica, l’ultimo segnale è stato spento, ed è toccato a Italia Uno questo singolare primato. Il digitale terrestre è realtà nell’intera Sardegna, la tabella di marcia che prevedeva al 31 ottobre questo obiettivo è stata rispettata in pieno. L’ultimo atto nella cittadina che a suo tempo elesse Giuseppe Garibaldi a membro del Parlamento italiano. ” Per la prima volta in Europa – ha detto con soddisfazione il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani in conferenza stampa – una regione così importante è completamente digitalizzata. Un risultato straordinario ottenuto grazie all’apporto di tutti gli attori di questa rivoluzione: i broadcaster, i produttori e distributori di decoder per il digitale terrestre, gli installatori di antenne, le associazioni di volontariato che hanno accompagnato questa transizione, le associaizoni di consumatori. E’ stato un processo di sintesi e condivisione che ha portato a raggiungere, in un percorso molto complicato, un obiettivo incredibile “. Un passaggio favorito anche dal contributo di 50 euro da parte dello Stato per l’acquisto del decoder e dall’attivazione di un call center che nei quindici giorni dello switch off (dal 15 al 30 ottobre) ha ricevuto ben 58mila telefonate di richiesta di informazioni e suggerimenti. Tutti i cittadini sardi in questi 15 giorni sono passati da un’offerta televisiva analogica basata su 26 canali (10 nazionali e 16 locali) ad una nuova offerta digitale gratuita ed accessibile a tutti fatta di 59 canali (29 nazionali e 30 locali). Tradotto in numeri, da oggi oltre 1 milione e 60mila persone, piu’ di 640mila famiglie, distribuite in 377 comuni, sono entrate defintivamente nell’ambiente televisivo digitale. E’ la più vasta area digitale di tutta Europa e questo conferma – ha detto Romani – il primato italiano nel percorso verso il digitale terrestre in tutto il Paese, percorso che dovrà essere ultimato – come nel resto del Vecchio continente – entro il 12 dicembre 2012. E a questo punto non è azzardato ipotizzare che l’Italia arrivi a quella scadenza non con un ” gigantesco switch off ” ma in misura più contenuta e tranquilla, perchè nel frattempo diverse altre regioni italiane saranno già state digitalizzate. Il sottosegrtetario alle Comunicazioni – in conferenza stampa con Andrea Ambrogetti, presidente DGTVi; Egidio Viggiani, segretario generale di DGTVi e direttore affari generali e istituzionali di DFree-SportItalia; Luca Balestrieri, responsabile della Rai per il settore digitale, oltre ai rappresentanti del dicastero delle Comunicazioni che hanno guidato questa fase della transizione – ha infatti rilevato che proprio i risultati positivi ottenuti in Sardegna inducono a moltiplicare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di portare il digitale nei prossimi mesi in realtà come Roma, Napoli, Torino, coprendo così il 30 per cento dell’intera popolazione italiana, e dove il passaggio alla nuova tecnologia e’ previsto avvenga entro la fine del 2009. Ed anzi il calendario di transizione al digitale, approvato dall’Agcom e articolato in 16 aree tecniche in cui è stato suddiviso il territorio nazionale, è tale che entro il 2010 il settanta per cento degli italiani potra’ usufruire della nuova tecnologia, e quindi della nuova televisione. Il calendario di switch off e’ fatto di otto diversi archi semestrali, cosi’ da garantire una continuita’ radioelettrica fra le diverse aree, una ripartizione equilibrata tra nord, centro e sud del Paese, oltre che omogenea anche in riferimento alla presenza di famiglie economicamente o socialmente disagiate, così da consentire un’erogazione di contributi statali bilanciata per ciascuno dei quattro anni di durata del processo di transizione. Prossime tappe, dopo aver chiuso oggi con la Sardegna, saranno la Val d’Aosta, nel primo semestre 2009, e il Piemonte occidentale, nel secondo semestre 2009, periodo durante il quale toccherà anche a Trentino Alto Adige (inclusa la provincia di Belluno, che è nel confinante Veneto), il Lazio e la Campania. A chiudere, nel secondo semestre 2012, sarà l’area 15, quella di Sicilia e Calabria. A proposito di accorpamento, va detto che le aree di switch off non sempre sono coincidenti con l’area regionale intesa dal punto di vista amministrativo, e questo per una ragione tecnica: si vuole, con l’accorpamento, garantire uniformità radioelettrica ai diversi territori, assicurando un uso efficiente delle frequenze; la continuità della fruizione dei programmi tv; la segmentazione dell’utenza coinvolta e la riduzione dei disagi per i cittadini. ” Con la Sardegna – ha detto ancora Romani, visibilmente soddisfatto per i risultati ottenuti, tanto da aggiungere scherzando che di altre questioni, come la Vigilanza Rai, per oggi non ne voleva parlare – è stato avviato un processo d’inizio di un calendario che ha piu’ punti d’arrivo “. Un calendario che è stato predisposto – anche questo motivo di soddisfazione – ” in accordo con tutti i Governatori regionali, e devo dire che il sistema-Paese ha risposto nel suo complesso. Il modello e’ quello sardo, con il sistema della condivisione. Non si puà immaginare di fare le cose facendole passare sopra la testa delle persone, la condivisione e’ la nostra ‘mission’ e in tale modo operiamo “. Infine Romani ha rilevato che si libereranno frequenze che andranno poi assegnate, ” e ritengo che i grandi gruppi editoriali, nazionali e locali, punteranno ad acquisire frequenze. Anzi mi auguro che possano approfittare di questa opportunita’ rappresentata dal dividendo digitale “. A sua volta Andrea Ambrogetti ha voluto esprimere il proprio ringrazimento ai cittadini sardi ” che con maturità e consapevolezza si sono prestati a questa rivoluzione, e lo hanno fatto in misura superiore a quanto ci si potesse attendere “, e ora l’Italia è in linea con il Piano di Ginevra in fatto di frequenze. Non sono mancate le criticità, tutte comunque superate, ma un aspetto negativo assolutamente da non riproporre – ha tenuto a dire il presidente di DGTVi – è che ” non si può più vivere la stagione dei rinvii. In Sardegna è stato fatto due volte, ma non ce lo si può permettere. Ora un cambiamento epocale è avvenuto e bisogna proseguire “.
Sardegna spegne definitivamente il segnale analogico

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