In Sardegna il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale è cominciato l’altro ieri a mezzanotte. Nelle prime zone interessate tutto procede come previsto. Italia Digitale, che si sta occupando di monitorare lo svolgimento dello switch off, ha dichiarato che le emittenti hanno spento il segnale analogico entro le 9 della mattina, provvedendo nella quasi totalità dei casi alla contestuale accensione del segnale digitale. Il call center del Ministero ha ricevuto prima delle 16 circa 2.100 chiamate da parte dei cittadini, con richieste di supporto nella sintonizzazione dei decoder. “Il numero complessivo di chiamate ricevute è inferiore a quello che si ebbe in occasione del solo passaggio in digitale di Raidue e Retequattro lo scorso 2007 – spiega la nota – testimoniando l’acquisita familiarità dei cittadini sardi con la nuova tecnologia e gli strumenti ad essa collegati”. Ieri lo switch off è stato effettuato nella parte settentrionale dell’Ogliastra, mentre la transizione di Rai 1 è avvenuta in tutta la Sardegna meridionale, per un totale di 97 impianti di 12 emittenti sia nazionali che locali. In Ogliastra il passaggio al digitale ha coinvolto 20 comuni e 53.691 cittadini, mentre la transizione di Rai 1 ha interessato, in tutta la parte meridionale dell’isola, 137 comuni con 788 mila abitanti. Il passaggio dal segnale analogico a quello digitale durerà 15 giorni, per consentire alle emittenti di effettuare gli interventi tecnici necessari su tutti gli impianti. Si va da un minimo di due giorni per lo switch off totale (Ogliastra- Sarrabus 15-16 ottobre) a un massimo di cinque (Sassarese e Gallura, 27-31 ottobre). Quello dell’isola è il primo switch off territoriale per tutte le tv nazionale. Nei negozi specializzati e nei supermarket continua la ressa per l’acquisto dell’apparato senza il quale dal primo novembre si diventa “orfani forzati” della televisione. Per tutti coloro che pagano il canone Rai, continuano a valere le agevolazioni per l’ acquisto del decoder a prezzo scontato, previa esibizione del bollettino di pagamento del canone. “Siamo pronti a rispettare il calendario dato dal Ministero – ha dichiarato l’amministratore delegato di Videolina, Enrico Rais – dal primo novembre ci saranno 150 canali in Sardegna, sarà molto più dura stare sul mercato e occorre diventare sempre più locali”. “Vi sono dei passi che devono essere effettuati nel momento dello spegnimento del segnale analogico e non prima – ha spiegato Mario Tasca, direttore di Sardegna Uno – e vi è una certa incertezza soprattutto perché potrebbero nascere dei problemi sui ripetitori del segnale con la nuova tecnologia. Ci incuriosiscono le nuove prospettive del mercato che sta per aprirsi – ha continuato – ma per la messa a regime del sistema occorrerà attendere almeno sino all’inizio del prossimo anno”. Secondo Maurizio Carta, direttore di rete di Cinquestelle Sardegna “si tratta di una trasmissione sperimentale perché nessuno, oltre la telefonia mobile, utilizza l’isofrequenza per la trasmissione tv e potrebbero esserci problemi di ricezione soprattutto nei bacini adiacenti. L’aspetto da non sottovalutare – ha detto Carta – è che, se non cambia la normativa, le tv locali andrebbero a pagare nuove tasse governative per la trasmissione del segnale sull’ordine di 500 mila euro all’anno per coprire i punti principali in Sardegna”.
Sardegna switch off prosegue secondo i piani

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