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15 Ottobre 2008 | Innovazione

Saviano lascerà l’Italia

Roberto Saviano, il ventottenne autore di Gomorra, ha rivelato a Repubblica di volersi trasferire all’estero: “Lascio l’Italia, voglio vivere”. Dopo aver scritto un libro per raccontare le atrocità commesse dalla Camorra, Saviano ha ricevuto minacce di morte che lo hanno obbligato a condurre una vita blindata. In molti sono intervenuti per dargli appoggio e per dissuaderlo. Il presidente del Senato ha garantito: “Non sarà mai abbandonato dalle istituzioni”. Giornalisti, colleghi, politici, sindacalisti e gente comune stanno inviando messaggi di solidarietà al giovane scrittore. Il sito de L’espresso ha aperto un apposito spazio per far sentire la propria voce, all’indirizzo: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Saviano:-Italia-addio-I-lettori:-Non-mollare /2044729&ref=hpstr1. L’annuncio shock di Saviano ha fatto il giro del mondo, rimbalzando dalle maggiori agenzie di stampa internazionali, come Reuters e France Presse. Del prezzo che lo scrittore sta pagando per Gomorra si è parlato anche a Palazzo Madama: durante la chiusura della seduta, l’aula gli ha espresso solidarietà e la vicinanza. Poco dopo è arrivata anche una comunicazione del presidente Renato Schifani: “Siamo al fianco di Roberto Saviano, al quale esprimo la mia più sentita solidarietà personale, unitamente a quella di tutti i senatori. Chi si batte per la legalità, non sarà mai abbandonato dalle istituzioni. Ci impegneremo anche per questo. Per questo mi auguro che non lasci il nostro Paese. Roberto Saviano è un patrimonio di legalità”. Il capo dell’opposizione, Walter veltroni, ha sottolineato che “ci vuole un grande cambiamento, e un’opposizione forte che lo sappia interpretare”. Anna Finocchiaro ha aggiunto: “La vicenda di Saviano deve spingere a reagire con sdegno, oltre alla scorta ha dalla sua le istituzioni, i cittadini, la parte sana e onesta del paese”. “E’ inutile fare dichiarazioni ad effetto: Saviano fa bene a proteggersi perché la sfida è durissima e verranno giorni duri per tutti”, ha constato il ministro dell’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. Il portavoce dell’Udc, Francesco Pionati, ha dichiarato: “Lo Stato deve fare di tutto per proteggerlo e per evitare che lasci l’Italia: sarebbe un gravissimo segnale di resa”. Elvira Savino, deputata del partito delle libertà, concorda: “La paura e l’angoscia non devono prevalere”. “Che triste paese sta diventando l’Italia: Saviano per vivere la propria vita deve andare all’estero, un sottosegretario – l’on. Cosentino, chiamato in causa da pentiti della camorra – rimane imperterrito nel governo”, ha sottolineato Claudio Fava, coordinatore nazionale di Sinistra democratica. Dai sindacati sono arrivate le parole di Pierluigi Angeletti:  “Non bisogna lasciare sole queste persone, e bisogna far sentire loro la nostra vicinanza: tutto il mondo del lavoro vuole esprimere la propria solidarietà. I sindacati faranno un minuto di fermata in tutti i luoghi di lavoro in segno di solidarietà a Saviano e a tutti coloro che combattono contro la criminalità organizzata” Le affermazioni più amare e taglienti arrivano dal mondo della letteratura. Vincenzo Consolo ha detto: “Roberto Saviano fa bene ad andarsene dall’Italia. Sono molto preoccupato per la sua sicurezza. Faccio appello, anche io, al governo, allo Stato italiano affinché sia garantita pienamente la sua sicurezza personale e quella dei suoi familiari. Sono già troppi i giornalisti e gli intellettuali che hanno pagato con la vita la ribellione alle imposizioni della criminalità organizzata”. Dacia Maraini ha espresso la sua solidarietà al collega: “E’ una vergogna che uno scrittore venga minacciato solo perché scrive la verità. Certamente così non si può vivere e capisco benissimo la scelta di Saviano”. Andrea Zanzotto ha commentato con rassegnazione: “E’ una delle storie più brutte e orrende degli ultimi tempi quella che sta capitando a Saviano”. L’iniziativa de L’Espresso ha riscosso un grande successo: in molti hanno scelto questo canale per far sentire il proprio affetto a Saviano. “Saviano, parti: uno scrittore morto non scrive più e tu devi continuare a scrivere. Testimonierai l’inadeguatezza di questo paese a difendere chi non chiude gli occhi”, si legge e “Andarsene non vuol dire scappare, vuol dire continuare a fare quello che fai da un altro posto. Non puoi riavere la tua vita Roberto, non puoi più, hai fatto una scelta che non ti consente di tornare indietro. Ma hai fatto una scelta, hai scelto di parlare, anche per tutti quelli che il coraggio di parlare non ce l’hanno. E resterai un eroe. E continua a sentirti tale ovunque ti troverai. E se credi che vivere all’altro capo del mondo ti darà più serenità, fallo. Ma non per questo LORO avranno vinto. Finchè tu parlerai, anche per noi, avrà vinto la verità.”  L’Associazione nazionale familiari vittime di mafia ha lanciato un appello: “Nel ringraziare Roberto Saviano per aver portato sotto i riflettori una realtà tanto pericolosa quanto poco conosciuta, vorremmo invitarlo a non cedere alla paura e alle intimidazioni di cui è stato oggetto. Non possiamo che supportare l’autore di Gomorra nelle sue scelte, specie se fatte per tutelare la propria incolumità ma lo invitiamo a non abbandonare tutto e a non venir meno al dovere di informare e di denunciare. Sappiamo di poter fare poco, se non manifestare la nostra vicinanza all’autore, ma vorremmo che Saviano sapesse che i familiari delle vittime di mafia gli sono vicini specie nei drammatici momenti di questi giorni”.

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