In attesa del consiglio d’amministrazione previsto per il 25 settembre, durante il quale l’amministratore delegato Franco Bernabé svelerà il piano aziendale di Telecom, è il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola a prendere la parola in merito ai rapporti con la spagnola Telefonica. Il governo ritiene che il controllo di Telecom Italia resterà in mani italiane, perchè la rete fissa è un asset vitale per il Paese, ha chiarito il ministro. ” Ritengo e auspico che il controllo di Telecom resterà in mani italiane “, ha detto Scajola. “Non per vuoto nazionalismo economico, ma perchè la sua rete telefonica è un asset non riproducibile, vitale per il Paese, per le imprese e per le famiglie, per la produttività della nostra economia”. Scajola ha aggiunto che il numero uno di Telefonica Caesar Alierta con cui ha avuto un colloquio a Roma nei giorni scorsi, è fiducioso in merito al suo investimento nel gruppo italiano :”Alierta è fiducioso”, ha detto Scajola. “Non si fanno investimenti importanti come quello che ha fatto Telefonica in Telecom se non si è ottimisti sulle potenzialità del mercato delle tlc e sulle capacità del nostro Paese di offrire un contesto regolamentare semplice”. Interrogato da Il Giornale sulla situazione italiana paragonata al sistema spagnolo Scajola ha risposto: ” Il successo del sistema Spagna dipende da molti fattori. Per citarne due, un ottimo utilizzo dei fondi europei destinati allo sviluppo e la capacità di sfruttare i grandi eventi come momento di ideazione e realizzazione delle infrastrutture, come ho potuto constatare visitando la settimana scorsa l’Expo di Saragozza. L ’Italia sotto questo aspetto è indietro, con ritardi nell’utilizzo delle risorse europee e una certa difficoltà a investire sui grandi eventi . Abbiamo due occasioni: la prima è l’utilizzo dei fondi residui della programmazione 2000-2006 e di quelli, consistenti, del periodo 2007-2013. La seconda è l’Expo 2015, che è una grande opportunità per Milano e per tutto il Paese”.
Scajola: Telecom resta italiana

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