Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

21 Gennaio 2007 | Attualità

Scaricare file non è reato. La sentenza e i commenti.

La terza sezione della Corte di Cassazione ha sancito che scaricare file dal web non raffigura il reato di duplicazione abusiva ai fini di lucro. La sentenza è importante perché di fatto era proprio la duplicazione a costituire il reato perseguibile penalmente. A finire nelle maglie della giustizia sono stati due studenti del Politecnico di Torino pescati a scaricare e condividere file protetti dal diritto d’autore masterizzati poi su Cd. Sono state così ribaltate due sentenze precedenti che si basavano sul reato previsto dall’art. 171 bis che punisce con la reclusione sei mesi a tre anni di chiunque abusivamente duplica, per trarne profitto, programmi per elaboratore o ai medesimi fini importa, distribuisce, vende, detiene a scopo commerciale o imprenditoriale o concede in locazione programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla Società italiana degli autori ed editori. L’art. 171 ter poi punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni chi per uso non personale e a fini di lucro, abusivamente duplica, riproduce, trasmette o diffonde in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, un’opera dell’ingegno destinata al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio, dischi, nastri o supporti analoghi ovvero ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento; chi abusivamente riproduce, trasmette o diffonde in pubblico, con qualsiasi procedimento, opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-musicali, ovvero multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati. La sentenza della Cassazione ha escluso il fine del lucro che ha giudicato indispensabile per l’azione penale. Il legislatore più volte ha modificato la legge a tutela del diritto d’autore alternando nei vari reati i fini di lucro a quelli di profitto, mettendo in risalto la netta distinzione tra i due concetti. Lo scopo di lucro si configura quando vi sia il perseguimento di un vantaggio economicamente apprezzabile; lo scopo di profitto include ogni mero vantaggio morale. In questo caso la messa a disposizione dei programmi mediante attività di download non configura alcun lucro poiché le attività sono state effettuate gratuitamente. Per gli editori la sentenza non cambia nulla, perché si riferisce a fatti avvenuti prima dell’entrata in vigore della nuova norma. Così commenta il presidente della Siae Giorgio Assumma ”Il disposto della Corte di Cassazione lascia molto perplessi, perche’ si pone in contrasto con principi di diritto ormai acclarati dalla costante giurisprudenza, alla quale correttamente si era conformata la Corte di Appello di Torino. La cassazione ritiene, in primo luogo, che uno scambio di opere dell’ingegno tra un numero di fruitori, attuato con un mezzo di facile diffusione qual è internet, configuri di per se’ un uso personale – spiega Assumma – . L’uso personale e’ l’unica utilizzazione consentita dalla vigente legge, senza bisogno della preventiva autorizzazione del titolare dei diritti. Senonche’, contrariamente a quanto la cassazione ritiene, e’ proprio la ampiezza della cerchia a cui, nel caso esaminato, e’ stata data la possibilita’ di accedere alle opere scaricate che fa venir meno l’ambito personale, trasformandolo in un ambito pubblico”. Per il presidente della Siae, ”in secondo luogo la Cassazione afferma che non c’e’ scopo di lucro quando si verifica tra piu’ persone un reciproco scambio di opere, senza che si richieda a loro carico una retribuzione pecuniaria. Al contrario, in base al nostro sistema giuridico, ogni scambio di per se’ procura un vantaggio economicamente apprezzabile a favore di quanti lo compiano. Quindi – prosegue Assumma – lo scambio, anche se privo di un passaggio di moneta, deve considerarsi lucrativo. E quindi preclusivo della liberta’ di uso” Dal mondo politico arrivano reazioni positive, anche da parte di chi ha fatto parte del governo che ha voluto il giro di vite criticato da molti, come il leghista Roberto Maroni .   Così commenta la sentenza Andrea Monti , avvocato esperto di diritto penale dell’informatica e delle telecomunicazioni e presidente dell’Alcei ((Electronic Frontiers Italy), associazione che da 12 anni si batte per la tutela dei diritti civili online: ”Il concetto di ‘gratis’ su internet e’ un fatto culturale piuttosto che giuridico: l’utente medio della rete scaricava musica, film e software coperto da copyright prima, continuera’ a farlo adesso, con o senza sentenze della Cassazione”. ”La sentenza della Corte di Cassazione grazie alla quale sono stati assolti due giovani piemontesi – aggiunge Monti – affronta una questione sociale, come succede per i limiti di velocita’ su strada: tutti sanno che e’ vietato superarli, ma moltissimi li superano. Questo tipo di sentenze, che magari saranno smentite da altre successive, lasciano il tempo che trovano”. 

Guarda anche:

stars-Pexels

Campionati Italiani di Astronomia in Abruzzo

A Teramo, dal 6 all'8 maggio, 90 finalisti si misurano con quesiti relativi a stelle e firmamento Da 10mila studenti a 90: è stata una selezione durissima quella che ha portato a identificare i...
naso AI - kalhh

Da Ferrara un sistema per individuare i tumori del colon

L'università della città estense ha messo a punto Scent AI, che permette di trovare i falsi positivi nello screening Come scovare i falsi positivi nello screening dei tumori al colon e ridurre il...
Telethon

Studio di Telethon cambia la storia della Leucodistrofia

Una terapia genica somministrata in tempo consente ai bambini di camminare ancora Siamo sempre felici quando i fondi raccolti con le maratone danno luogo a studi e sperimentazioni che cambiano in...