Alla fine non si è trattato di una semplice polemica a fine pubblicitario, il caso è diventato politico e Scarlett Johansson, dopo 8 anni di collaborazione, ha deciso di rinunciare alla carica di ambasciatore di Oxfam con un comunicato ufficiale. L’attrice era stata chiamata dalla SodaStream , azienda che produce apparecchi per gasare l’acqua, a fare da testimonial in uno spot che sarebbe stato trasmesso il 2 febbraio durante il Super Bowl. Lo spot, che poi non è andato in onda durante l’evento, con il volto dell’attrice, che prima si prepara la bibita e poi la sorseggia con sguardo sensuale, è già diventato virale ma l’ accordo multimillionario tra l’attrice e l’azienda ha scatenato le ire degli attivisti filo-palestinesi perché SodaStream ha una fabbrica in un insediamento israeliano in Cisgiordania , un territorio in mano a Israele dal 1976 e rivendicato dai palestinesi. L’azienda impiega operai palestinesi e israeliani e sostiene che il suo impianto è un modello di cooperazione pacifica, ma gli insediamenti sono considerati illegali dal diritto internazionale e sono condannati da Oxfam. In risposta alle critiche, la star aveva detto di essere una “sostenitrice della cooperazione economica e dell’interazione sociale tra un Israele democratico e la Palestina”. Ma non è bastato. Dopo consultazioni, l’attrice ha informato l’ong che intendeva interrompere la collaborazione con loro e Oxfam, ha fatto sapere con un comunicato di aver accettato la decisione. ” Il ruolo della signora Johansson nel promuovere l’azienda SodaStream è incompatibile con il suo ruolo di ambasciatrice nel mondo. Oxfam ritiene che le aziende come SodaStream che operano in insediamenti aggravano ulteriormente la povertà e negano il diritto delle comunità palestinesi per cui lavoriamo”.
Scarlett lascia Oxfam a causa dello spot

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