Dopo lo sciopero del 29 gennaio, una nuova giornata di azione interprofessionale e la programmazione di più di 200 manifestazioni su tutto il territorio francese. Tutti i settori del paese sono coinvolti. Scuole e università, settori medico-sociali, settori della giustizia, settori dell’energia, poste, operatori telefonici, teatri pubblici, trasporti aerei e terrestri. Come partecipa il mondo dell’informazione a questo evento che mette in crisi la credibilità del presidente Nicolas Sarkozy? L’associazione intersindacale dei giornalisti è compatta nell’adesione allo sciopero. I giornalisti dell’audiovisuale pubblico esigono il mantenimento di tutti i posti di lavoro, un finanziamento perenne e dinamico per televisione e radio pubbliche, nonché la garanzia della loro indipendenza politica, editoriale e strategica. I giornalisti di Nrj, Chérie Fm e Nostalgie partecipano per fare sentire la loro voce contro la riorganizzazione dell’informazione regionale. I giornalisti di L’Yonne, quotidiano che distribuisce oltre 38 mila copie, hanno proseguito con il secondo giorno consecutivo di sciopero contro la soppressione della loro riduzione di orario di lavoro. Tutti i sindacati di France Telecom hanno deposto un preavviso di sciopero affinché ‘la crisi non sia il nuovo pretesto utilizzato per operare delle nuove ristrutturazioni’. Nel mondo informatico i sindacati di Ibm, Hewlett-Packard e Eds hanno aderito allo sciopero di 24 ore.
Sciopero anti Sarkozy: l’informazione si ferma

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