Ibm e Linden Labs, creatori di Second Life, si uniranno per consentire a una singola identità virtuale di varcare i confini dei servizi online tridimensionali. Attualmente chi crea un avatar in un mondo virtuale non può utilizzare quella identità su un altro servizio. Disegnare un avatar ben definito può richiedere anche più di un’ora, così un sistema chiuso scoraggia gli utenti dal lasciare quel servizio ma impedisce anche un pieno sviluppo dei mondi virtuali. L’interoperabilità sta emergendo come fattore strategico nella nascente industria dei mondi virtuali, che attrae centinaia di milioni di dollari in investimenti nella speranza che la grafica da videogame e gli ambienti 3D soppiantino le pagine piatte sul web.
Sempre più virtuale e in 3D

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