L’aula del Senato ha approvato il decreto legge editoria , in materia di riordino dei contributi pubblici alla stampa di partito e alle società cooperative nonchè di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale. I sì sono stati 232, i no 18 e 30 gli astenuti. Il testo, che scade il 20 luglio, passa alla Camera in seconda lettura. Svariate le novità al testo rispetto alla versione uscita da Palazzo Chigi, che aveva come principale obiettivo la rideterminazione dei requisiti di accesso ai contributi , in modo da renderli più selettivi. La prima è l’ abbassamento al 25% (nel testo base era il 30%) del rapporto tra copie vendute e copie distribuite. Dall’anno prossimo, quindi, i giornali che vorranno vedersi riconosciuti i contributi dovranno vendere almeno il 25% del totale delle proprie copie di tiratura in edicola. Per le testate locali, invece, il rapporto tra copie tirate e copie vendute in edicola deve essere almeno del 35%. Ancora, abbassamento anche del numero di regioni in cui bisogna distribuire la testata per essere considerati periodico a tiratura nazionale: da 5 regioni a 3. Novità in vista anche sul fronte della pubblicità online. Tutti i ricavi rientreranno nel paniere dei ricavi del Sistema integrato di comunicazioni, su cui si calcola anche il tetto anti posizioni dominanti del 20% . Inoltre viene previsto che le concessionarie di pubblicità sul web dovranno essere iscritte nel registro degli operatori di comunicazione.
Senato approva decreto editoria

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