“Preservare la correttezza delle indagini è una circostanza nella quale le autorità civili e militare hanno il dovere di esercitare il diritto di controllare quel che sia permesso documentare a un giornalista”. Questo quanto dice testualmente il portavoce militare delle truppe Usa in Afghanistan. La vicenda è quella del sequestro di fotto e video girati da un reporter dell’agenzia Associated Press dopo la strage militare in cui morirono 16 civili lo scorso 4 marzo. Ma il portavoce militare colonnello Victor Petrenko prosegue in modo ancora più inquietante: “fotografie o video girati da personale non addestrato” potrebbero “riportare dettagli visiv in modo inesatto”, portando cos�ì l’opinione pubblica a false conclusioni. Insomma la censura contro dei reporter che hanno il compito di raccontare ciò che vedono, ma che per il colonnello sono meno obiettivi dei militari a cui spetta il compito di dire quale si ala verità. Il direttore esecutivo dell’ Associated Press Kathleen Carroll ha detto che questa risposta “Non è affatto una giustificazione ragionevole per l’aver cancellato le immagini dalle nostre cineprese”.
Sequestro immagini in Afghanistan. Per Usa la censura è regolare.

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