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13 Aprile 2023 | Ambiente, Attualità, Economia

Sette italiane tra le migliori cento aziende al mondo secondo la Global Reptrak 100®

Non bastano più qualità e convenienza per posizionare un marchio nella classifica mondiale della buona reputazione. Occorre anche una produzione etica e rispettosa della società e dell’ambiente.  Ferrari, Pirelli e Ferrero tra le 7 aziende e marchi italiani migliori al mondo nella classifica delle 100 realtà con la miglior reputazione a livello globale stilata da The RepTrak Company

Global Reptrak 100®, la classifica della reputazione aziendale a livello globale, è l’innovativa graduatoria stilata da The RepTrak Company™ pensando non solo al fatturato. Questa lista rivela come le persone si sentono, pensano e agiscono nei confronti delle compagnie, e celebra le 100 aziende con la reputazione migliore.

Nell’edizione 2023, tre le 100 aziende eccellenti a livello globale sono sette i marchi italiani con le migliori performance. È invece Lego la storica azienda danese dei mattoncini a confermare il primato anche nel 2023, inseguita da Bosch e Rolls Royce. 

Le migliori aziende italiane al mondo

Bisogna scorrere fino al 13° posto nella classifica generale per poter trovare la prima azienda italiana: Ferrari, che guida il suo comparto e a stretto giro, dopo due posizioni, vede Pirelli al quindicesimo posto. Solo al 30° posto, nel settore alimentare, Ferrero mantiene la supremazia. Al 33° invece c’è Barilla che, grazie all’ottima performance all’estero, continua a essere considerata il simbolo della pasta italiana e diventa il 10° marchio, unico italiano, più apprezzato dalla Generazione Z. Generazione di solito più sensibile al fascino dell’ICT e dell’innovazione, come dimostrano le posizioni dominanti della classifica con Google, Microsoft e Samsung sul podio.

Ancora nel settore alimentare Lavazza si piazza al 44° posto della classifica generale. Mentre l’eccellenza della moda made in Italy è rappresentata da Giorgio Armani al 47° posto e solo al 99° posto troviamo Prada, presente nel Global RepTrak 100 solo da due anni.

L’unico marchio italiano nella top ten dei Millennials e della Generazione X è Ferrari. Tra i Baby Boomers l’azienda italiana più gradita è Barilla, al 4° posto, seguita da Ferrero al 9° posto. Gli over 65 promuovono per la miglior reputazione Pirelli.

La chiave del successo: produrre in modo etico e rispettoso 

«Non si tratta più solo di ciò che l’azienda offre, ma di come lo fanno. Oggi le aziende non devono solo fornire un prodotto di qualità a un prezzo conveniente data la recessione, ma anche dimostrare che lo stanno facendo in modo etico e rispettoso della società e dell’ambiente», ha spiega Michele Tesoro-Tess, executive vice president Emea & Apac di RepTrak.

I criteri per entrare nel Global RepTrak 100

Un fatturato globale superiore a 2 miliardi di dollari; il raggiungimento di una soglia di familiarità media globale superiore al 20% in tutti i 14 Paesi misurati e una soglia di familiarità superiore al 20% in 7 o più dei 14 Paesi misurati; il conseguimento di un punteggio di reputazione qualificante superiore al punteggio medio (ovvero 67,3 punti). Questi sono i requisiti necessari per poter accedere alla classifica delle aziende con migliore reputazione mondiale.

Il ranking viene stilato utilizzando punteggi da 0 a 100 che misurano i sentimenti delle persone nei confronti di una determinata azienda. Le valutazioni di reputazione dimostrano una forte attinenza positiva con i risultati aziendali, come per esempio la volontà delle persone di comprare o fidarsi di una compagnia.

I parametri utilizzati da RepTrak™

Products & Services, Innovation, Workplace, Governance, Citizenship, Leadership e Performance sono i parametri utilizzati per formare la classifica fino al 2021, anno in cui si è aggiunto un altro criterio. L’ESG Score (Environmental, Social, Governance), fattore che valuta il rapporto con l’ambiente, le attività legate alla responsabilità sociale e la governance aziendale. Questo criterio è ormai considerato un punto essenziale nell’investimento sostenibile e responsabile.

di Luisa D’Elia

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