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30 Giugno 2022 | Ambiente, Attualità

Siccità e desertificazione: il 28% del territorio italiano è a rischio 

Il 28% del territorio italiano è a rischio desertificazione e la situazione idrica è peggiorata in seguito a un inverno secco che ha visto le precipitazioni ridursi di un terzo rispetto al normale.

Il dato è emerso nel corso di un webinar dell’Ispra (Istituto di ricerca del Ministero della Transizione ecologica) in vista della Giornata mondiale dell’Onu per la lotta a desertificazione e siccità, il 17 giugno.

Nelle aree a rischio in Italia, le condizioni meteoclimatiche contribuiscono fortemente all’aumento del degrado e quindi alla vulnerabilità verso la desertificazione a causa della perdita di qualità degli habitat, l’erosione del suolo, la frammentazione del territorio e la densità delle coperture artificiali.

Secondo le stime del Global Land Outlook, nel mondo il 70% delle aree libere da ghiacci è stato alterato dall’uomo, con conseguenze dirette e indirette su circa 3,2 miliardi di persone. Si prevede che entro il 2050 questa quota possa raggiungere il 90%. Attualmente circa 500 milioni di persone vivono in aree dove il degrado ha raggiunto il suo massimo livello, ovvero la perdita totale di produttività definita come desertificazione.

Nell’Unione Europa, i Paesi più coinvolti da desertificazione e siccità sono quelli del bacino Mediterraneo: oltre l’Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia, Cipro e Malta. Ma non sono immuni da analoghi fenomeni l’Ungheria, la Slovenia e la Romania.

La situazione nelle regioni italiane

Piemonte

A Torino, l’assenza di precipitazioni si è protratta per oltre 100 giorni, l’umidità del suolo si è ridotta del 90% rispetto al solito e i livelli dei principali fiumi del Piemonte continuano a diminuire. La portata del Torrente Orco ha raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 14 anni e il Lago di Ceresole si è prosciugato al punto da sembrare completamente scomparso.

Lombardia

I laghi in Lombardia si stanno prosciugando e il livello dell’acqua del lago d’Iseo è sceso di 60 centimetri, l’equivalente di oltre 36 milioni di metri cubi di acqua. L’impatto sui fiumi è enorme con l’Oglio, in Val Camonica, che è sceso a metà della sua normale portata e il Po che ha raggiunto i livelli più bassi degli ultimi decenni.

Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna, una delle regioni dell’Italia settentrionale maggiormente a rischio desertificazione, si è avuto solo un quarto delle normali precipitazioni e in alcune aree la siccità ha raggiunto livelli allarmanti. I fiumi sono ai minimi storici e nel Po mancano 100 milioni di metri cubi d’acqua, e ciò è causa di grandi preoccupazioni per l’agricoltura e per la generazione di energia dagli impianti idroelettrici.

Puglia

Per la scarsità di piogge le condizioni di siccità minacciano circa un terzo della produzione agricola pugliese. Il problema non riguarda solo la produzione di frutta, verdura e grano ma anche le colture destinate all’alimentazione animale e, nonostante i trasferimenti idrici dalla vicina Basilicata, le condizioni di siccità della Puglia costringono ad aumentare l’estrazione delle acque sotterranee, con il conseguente rischio di inquinamento del suolo dovuto all’infiltrazione di acque salate.

Sicilia

Regione che già normalmente vive un’emergenza idrica, la Sicilia è al centro del cambiamento climatico mediterraneo con il 70 per cento dei suoi terreni agricoli a rischio desertificazione. Periodi di siccità accompagnati da intense ondate di calore vengono interrotti da eventi piovosi estremi sempre più frequenti che spazzano via i terreni fertili dell’isola, accelerando il processo di desertificazione.

 

di Serena Campione

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