Girato per il canale Hbo Behind the Candelabra inaugura a Cannes l’ingresso del piccolo schermo dentro quello grande e contemporaneamente segna l’addio di Steven Soderbergh da quest’ultimo. Intervistato dal Financial Times , il regista di Sesso, bugie e videotapes, Traffic, Ocean’s Eleven, lega questa sua scelta a quello che, secondo lui, è il nuovo corso del cinema in quanto tale : “l’ evasione e non la riflessione, la semplicità e non la complessità. È come quando uno impreca contro la meteorologia. Che senso ha lamentarsi se il tempo non è quello che vorresti? Meglio guardarsi intorno e cercare di capire come ripararsi dal sole o dalla pioggia…” . Come progetto, Behind the Candelabra risale a tredici anni fa. Douglas aveva fatto a tempo a conoscere di persona Liberace e l’idea di poterlo interpretare l’aveva incuriosito e insieme affascinato. “Ancora cinque anni fa, trovare i soldi per farlo sarebbe stato possibile ” è il racconto di Soderbergh, “ ma oggi no, per Hollywood è un problema: è troppo gay, è troppo rischioso… Bisogna essere stupidi per non accorgersi che è un segnale. Un tempo fare questo lavoro era divertente, ora non lo è più”. Behind the Candelabra racconta la vita di Vladrin Liberace, musicista di origini polacco-italiane che giunse a essere l’artista con il più alto cachet al mondo. Aveva un Roll-Royce color oro, vestiva come un lampadario arabo, suonava pianoforti intarsiati, era omosessuale, ma fingeva di essere etero, convinse il suo giovane amante a farsi la plastica facciale perché fosse il suo perfetto clone.
Soderbergh saluta la tv con Liberace
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