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15 Luglio 2023 | Attualità, Economia, Innovazione

SOS chip e ingegneri elettronici cercasi

“Il futuro comincia dall’Elettronica, ve la sentite di raccogliere la sfida?” La Sie (Società Italiana di Elettronica) si rivolge direttamente alle ragazze e ai ragazzi, alle studentesse e agli studenti che sono alle prese in questi mesi con la scelta dell’Università giusta e lancia loro un appello. Una vera e propria “chiamata alle armi” necessaria e urgente perché in Italia a scarseggiare non sono solo i chip ma anche chi questi chip sa progettarli, costruirli, produrli.

Le restrizioni provocate dalla pandemia e, successivamente, il conflitto tra Russia e Ucraina ha innescato una crisi che sta causando pesanti conseguenze in molti settori. La mancanza di materie prime per la produzione di semiconduttori e la conseguente rarità di microchip mette a dura prova il mondo delle automobili, della tecnologia e della telefonia. In evidente difficoltà anche la diffusione di bancomat, carte di credito e carte di identità elettroniche.

L’elettronica inventa il futuro

Per promuovere l’importanza dell’elettronica che inventa il futuro dell’umanità e per diffondere la cultura dell’innovazione digitale e delle tecnologie elettroniche alla base del progresso epocale in atto, la Sie ha realizzato una ricerca sui laureati in elettronica in Italia, la presenza femminile, le richieste dal mondo del lavoro e le remunerazioni, anche paragonate ad altri rami dell’ingegneria. I dati raccolti confermano proprio che in Italia la crisi dei chip non è soltanto dovuta alla carenza delle materie prime ma anche e soprattutto alla carenza di ingegneri elettronici.

I numeri della ricerca

Nel 2021 sono stati solo 1.000 di cui appena il 15% donne. La crisi di professionisti nel settore è ancora più evidente se si osserva il numero di laureati in altri rami della stessa facoltà. Ad esempio, nell’anno accademico 2021/2022 gli iscritti alla laurea magistrale in Ingegneria informatica erano circa 11.000 a fronte dei 4.000 iscritti a quella in elettronica. Così come esattamente il doppio sono le richieste di ingegneri elettronici sia in ambito aziendale privato che pubblico. Il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere ha evidenziato, infatti, che nel 2018 il 54% degli ingegneri elettronici richiesti dalle aziende è risultato di difficile reperimento. Proprio a causa di questa scarsità di persone che lavorano nel campo dell’elettronica è collegato l’aumento netto del salario, diverso tra i laureati in ingegneria elettronica e gli altri rami e decisamente sopra la media. Lo stipendio medio di un Ingegnere elettronico è di 39.000 € lordi l’anno (circa 2.000 € netti al mese), superiore del 29% rispetto alla retribuzione mensile media in Italia. La retribuzione minima è di 23.500 € lordi l’anno, mentre lo stipendio massimo può superare i 110.000 € lordi. Tra i professionisti con stipendio più basso troviamo coloro che hanno poca esperienza, con un massimo di 29.600 euro lordi l’anno.

Le radici del problema

Le ragioni sono da ricercare sia in aspetti culturali che di immediatezza del messaggio. Da un lato, infatti, i messaggi che rimbalzano sui media tradizionali e sulla rete diffondono costantemente termini quali ‘innovazione digitale’ e ‘tecnologie abilitanti’ associandole sistematicamente all’informatica, facendo praticamente scomparire il termine elettronica” lo ha affermato Ernesto Limiti, Presidente della SIE e Ordinario di Elettronica all’Università di Roma Tor Vergata che ha aggiunto: “Senza tener conto che, di fatto, le innovazioni maggiori sono il risultato di avanzamenti epocali nelle tecnologie elettroniche. D’altra parte, è molto più semplice e immediato illustrare il funzionamento di un programma, di un software, piuttosto che descrivere il comportamento di un circuito, che molto spesso non riusciamo neanche a vedere coi nostri occhi: uno smartphone è un concentrato di alta tecnologia elettronica ma viene spesso indicato come un prodotto dell’informatica”.

La campagna di comunicazione

L’università italiana sforna molti più ingegneri informatici che elettronici perché l’ingegneria informatica si occupa di elementi tradizionalmente più visibili e vicini al consumatore. L’ingegneria elettronica si occupa invece di prodotti che normalmente sono nascosti all’interno di molti altri dispositivi, risultando così meno nota e meno attrattiva. Pertanto, per risolvere il problema strutturale della carenza di ingegneri elettronici in Italia la Sie ha deciso di impegnarsi con una grande campagna di comunicazione e di informazione: “necessaria per raccontare agli studenti, ai genitori e ai docenti della scuola secondaria le infinite opportunità che si presentano oggi ad un ingegnerie elettronico neolaureato, e quanto sia indispensabile questa figura per le enormi sfide che abbiamo di fronte. Una laurea in questa disciplina è infatti un vero e proprio passe-partout, valido in tutti i contesti in cui sia presente innovazione tecnologica” ha dichiarato Francesco Della Corte, Vicepresidente della SIE e Ordinario di Elettronica all’Università Federico II di Napoli.

di Luisa D’Elia

 

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