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14 Aprile 2009 | Attualità

Spagna, Zapatero riduce la pubblicità su tv pubblica

Dopo i richiami della Commissione Europea, la Spagna ha deciso di ridurre la pubblicità sulle proprie reti televisive. Il premier Zapatero ha annunciato un taglio drastico degli spot sulle reti pubbliche. Nella nuova proposta di legge si avvalla dunque la richiesta delle tv commerciali, che chiedevano che la riduzione toccasse soprattutto le reti di stato. Tve1 e Tve2, dunque, avranno la concessione di 10 minuti all’ora di pubblicità, limite che verrà ridotto a 9 minuti nel 2010 . Un ulteriore giro di vite contro le sponsorizzazioni sui canali pubblici sarà attuato dopo questa scadenza, ma ancora non sono state date informazioni a riguardo. La Spagna dovrà quindi ripensare il sistema di finanziamento della propria televisione statale. I cittadini iberici non pagano alcun canone fisso, e le emittenti pubbliche sono finanziate direttamente dallo Stato e dagli investimenti pubblicitari. Questo ha portato a un abuso degli spot, che coinvolge naturalmente anche le reti private. Abuso che ha provocato la reazione dell’Unione Europea e della sua Corte di Giustizia. Da qui la decisione presa da Zapatero, che però rischia di ridurre il potenziale e il raggio d’azione della tv di stato, rendendola totalmente dipendente dalle sovvenzioni governative. La nuova legge dovrebbe favorire il potere di acquisto delle televisioni commerciali, le sole a dividersi la torta dei ricavi pubblicitari, relegando Tve ai telegiornali e a format poco costosi, e sperando quindi di ridurre l’entità della spesa totale necessaria al suo finanziamento. Sull’esempio della Francia , che ha affrontato un problema simile poche settimane fa, anche la Spagna vive il conflitto tra pubblico, privato e modalità di finanziamento integrate, in cui ognuna delle parti in causa accusa i concorrenti e cerca di fare pressione sul governo per ottenere risoluzioni favorevoli. Problema che è stato a volte discusso anche in Italia , la cui anomala situazione di conflitto d’interesse ha però complicato ulteriormente la matassa del mondo televisivo, ormai ridotta a un garbuglio inestricabile e, dall’esterno, spesso incomprensibile.

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